Neonato morto al Pertini: mentre sono in corso tutti gli accertamenti del caso, tra cui una relazione sull’accaduto richiesta alla Regione Lazio dal ministero della Salute, lo stesso ministro Orazio Schillaci, rispondendo il 2 febbraio alla interrogazione parlamentare della senatrice Elena Murelli della Lega, annuncia di aver predisposto la convocazione di un gruppo di lavoro composto da esperti, che dovrà stilare un protocollo di buona pratica clinica per la gestione del modello del cosiddetto “rooming in”. Si tratta di un protocollo assistenziale sostenuto dall’Oms e dall’Unicef per promuovere l’allattamento al seno, pratica in cui sembra indispensabile la vicinanza della mamma al bambino fin dai primi istanti di vita, indipendentemente dallo stato di stress di una donna che, con il parto, ha affrontato uno sforzo non indifferente. Tale condizione, potrebbe aver determinato lo schiacciamento del neonato del Pertini da parte della mamma addormentatasi sfinita, una tragedia che ancora sta dispiegando i suoi riflessi sulle donne, tanto che le stesse si stanno organizzando per riflettere sulla condizione delle puerpere e neomamme, una volta entrate in reparto pronte ad affrontare uno dei momenti più intensi della propria vita. Sulle pagine social dell’associazione “Vita di donna”, si annuncia un momento di riflessione “per tutte le donne che vogliano parlare di assistenza alla gravidanza, al parto e al puerperio; che se la sentano di raccontare la loro esperienza e di parlarne con altre donne, con le operatrici e con le dirigenti sanitarie e le ricercatrici”. Un faro acceso su ciò che avviene nei reparti di maternità, il cui volto non sempre è costellato da fiocchi rosa o azzurri, fasci di rose e scatole di cioccolatini. Dopo la vicenda del Pertini, sono molte le mamme che hanno testimoniato la propria esperienza, spesso anche dura con atteggiamenti ruvidi da parte di qualche operatrice sanitaria, in un momento di massima vulnerabilità. Abusi verbali, scarso sostegno, giudizi frettolosi o liquidatori nei confronti delle neomamme non sono risparmiati a volte, anche se nella media i reparti maternità sono il fiore all’occhiello degli ospedali. Per questo il ministro Schillaci punta molto sul potenziamento dei ruoli del personale sanitario e sulla valutazione dei casi in cui si possa derogare al modello del “rooming in” nell’interesse delle mamme e dei neonati. Quanto meno a una sua applicazione più flessibile.

 

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