Regione Lazio: arriva il piano per la nuova sanità
Si trasferisce l’Umberto I, riapre il San Giacomo e si pensa a nuovi ospedali
Il Policlinico Umberto I cambia sede. L’annuncio è arrivato il 17 luglio nel corso della conferenza stampa convocata dal presidente della Regione Lazio Francesco Rocca. Un evento in cui sono state annunciate ulteriori novità per le strutture sanitarie del Lazio, in tutto 37 interventi per potenziare il servizio sanitario pubblico sul piano strutturale, su quello delle dotazioni strumentali e sugli adeguamenti degli impianti, rispondenti ai moderni standard. In totale, il cospicuo investimento è pari a 1 miliardo e 171 milioni di euro, risorse statali già stanziate, che attendevano i vari, e ridondanti passaggi burocratici per essere sbloccate. In particolare, per 633 milioni si attendeva il cosiddetto Accordo di programma del ministero della Salute – la convenzione tra enti e organismi territoriali interessati alle opere – mentre 868 milioni dell’Inail saranno destinati alla realizzazione di cinque nuovi ospedali, già annunciati nella precedente legislatura dall’ex assessore alla Sanità Alessio D’Amato e che ora, grazie a una puntuale programmazione, potrebbero avviare l’iter progettuale. Proprio sull’impegno della giunta, ha focalizzato l’attenzione il presidente Rocca, che ha rimarcato come altri 537 milioni di euro “risultavano ancora da programmare” e ha sottolineato che “la giunta Rocca in poco più di tre mesi di lavoro, ha impegnato risorse che negli ultimi anni aspettavano di essere utilizzate”. I fatti ci diranno se l’annunciata accelerazione darà presto i suoi frutti. In concreto, le novità annunciate non sono poche. Oltre all’ospedale del Golfo nel Sud pontino, a quelli di Latina e Rieti, al nosocomio Tiburtino nei pressi di Tivoli e di Acquapendente in provincia di Viterbo che dovranno essere realizzati ex novo, è stata confermata la riapertura del San Giacomo, situato in via Canova, traversa della centrale via del Corso. Chiuso dalla giunta Marrazzo il 31 ottobre 2008, l’ospedale donato nel 1593 alla città di Roma dal cardinale Antonio Maria Salviati per scopi esclusivamente assistenziali, è stato oggetto di 14 anni di controversie giudiziarie il cui esito, si è rivelato infine favorevole al diritto alla salute della collettività, grazie alla tenacia con cui l’erede dell’alto prelato Oliva Salviati ha difeso la struttura, che diventerà ospedale di comunità, in base alle previsioni del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr), con un investimento di 125 milioni. Ulteriori 375 milioni saranno impiegati per l’adeguamento antincendio di Asl e ospedali mentre 335 milioni sono riservati all’allineamento alle norme antisismiche. Le risorse rimanenti sono riservate all’innovazione tecnologica e l’acquisto di attrezzature e arredi, con residui destinati agli ospedali di comunità non finanziati dal Pnrr. Per quanto attiene alla delocalizzazione del Policlinico Umberto I, l’esigenza nasce dalla constatazione della inadeguatezza di un ospedale a padiglioni – ne ha ben 55 – concepito a inizio Novecento, che oggi comporta costi aggiuntivi legati alla vetusta logistica, pari a 160 milioni. La scelta si lega, oltre che alle necessità di compressione delle spese, a un recupero di competitività e qualità dell’offerta e a individuare modalità e avvio delle procedure sarà un tavolo tecnico attivato in Regione. Parte attiva, specie per la scelta dell’ubicazione, dovrà essere l’assessorato all’Urbanistica di Roma Capitale, con un occhio sempre attento alla celerità degli interventi. “Abbiamo bruciato le tappe per avere la possibilità di partire il prima possibile – ha precisato Rocca – e fatte salve sospensive che potrebbero verificarsi, avviata la progettazione non slitteremo di un giorno in più di quanto è necessario per completare l’opera”. (Nella foto: il nuovo ospedale Tiburtino)
Sono contento che la maggior parte della cifra stanziata per la ristrutturazione del San Giacomo sia a carico dello stato e non della già oberata Regione, dato che si tratta (anche!) di un importante monumento della storia non solo Romana. Spero davvero che sia curata anche la parte del restauro architettonico, e siano ripristinate le varie parti monumentali, comprese le iscrizioni lapidee (a partire da quella nel cortile della fondazione trecentesca, per finire a quelle più recenti – compresa quella dedicata all’anniversario dello stesso San Camillo). Saluti, Marco