Un abbandono che ha avuto importanti strascichi. Non si placano le polemiche relative alle discusse dimissioni di Giorgio Palù dalla presidenza dell’Aifa, l’agenzia italiana regolatrice dei farmaci che, dopo la recente riforma degli assetti interni, si trova con un improvviso vuoto al vertice. Da parte ministeriale, arriva il commento sorpreso del ministro della Salute Orazio Schillaci, che dimostra “stupore per le  motivazioni” aggiungendo, con una buona dose di imbarazzo che il suo silenzio potrebbe essere stato “confuso con non accoglienza di richieste non in linea col progetto di profonda riforma dell’Agenzia”. Fa eco al ministro il sottosegretario del dicastero Marcello Gemmato, anch’egli sorpreso dalle dimissioni e aggiunge “mi sorprendono in particolare le motivazioni addotte: nutro sincera stima nella persona e nella competenza scientifica e accademica ma evidentemente registro un mancato allineamento di vedute sul progetto di profonda revisione dell’Agenzia e sulla necessaria capacità di lavorare in squadra”. Potrebbe essersi trattato, da parte ministeriale, di una interpretazione restrittiva della legge Madia, che vieta incarichi di vertice pluriennali ai pensionati ma si applica soltanto ai direttori generali e figure direttive, non a presidenti e Consigli di amministrazione, come chiarisce una circolare del dipartimento della Funzione pubblica del 2015. In ogni caso, i vertici di lungotevere Ripa “accolgono di buon grado il suggerimento di nominare un successore con un mandato temporale e professionale più ampio”. Duri gli esponenti dell’opposizione, tra cui i parlamentari del Movimento 5 stelle membri delle commissioni Affari sociali di Camera e Senato, che chiedono al ministro Schillaci “di venire in Parlamento a riferire sulla vicenda e di chiarire come intende rimettere Aifa al centro dell’azione politica del governo”. Dello stesso tenore la dichiarazione della senatrice Daniela Sbrollini, vicepresidente della commissione Affari sociali e sanità del Senato. “Ė urgente che l’Aifa abbia rapidamente un assetto di massima efficienza – sostiene l’esponente di Italia viva – che le consenta, con il fondamentale ruolo che le compete, di contribuire a un ampio rilancio del nostro sistema sanitario, quanto mai urgente”. Solidarietà al professore dimissionario, arriva dalla comunità scientifica. Per primo, Guido Rasi, già direttore esecutivo dell’Ema, omologa istituzione europea – che fonti informate danno per suo successore – che giudica la decisione “sorprendente”, ipotizzando altre motivazioni legate alla funzione di rappresentante legale. Solidali anche i colleghi di Palù, noti volti televisivi, Matteo Bassetti e Fabrizio Pregliasco, che vedono nelle dimissioni “un segnale forte al mondo scientifico-accademico e a quello politico” da parte di un eminente personaggio “che ha svecchiato l’Aifa, per cui sarebbe riduttivo il mandato di un anno”. Le polemiche non cesseranno presto. (Nella foto: la storica sede del Ministero della Salute)

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