Allarme per la farmaceutica in fuga dal Lazio

Frusinate, un distretto industriale di peso, di cui il polo chimico farmaceutico è la punta di diamante. Ma è una realtà che sta perdendo una partita importante: la lotta alla burocrazia. Dopo la Catalent un’altra azienda farmaceutica, la Dobfar, abbandona il territorio del Lazio, causa intralci burocratici per avviare la produzione, che molti benefici avrebbe portato alla collettività. In sintesi, una industria siffatta, considerate le lavorazioni e la potenza degli impianti con le eventuali emissioni, potrebbe recare nocumento al sistema ambientale del territorio. Specie se ricade in una valle tutelata, oggi “Sito di interesse nazionale” come il bacino del fiume Sacco. Per questo occorrono mille precauzioni per la sua attivazione ma non per questo dovrebbero servire mille lacci e lacciuoli per superare tutte le prescrizioni ambientali. Nella Regione Lazio, a quanto pare non è così e le industrie assumono decisioni drastiche: abbandonano il Paese. Per questo, in una nota, il consigliere regionale Pasquale Ciacciarelli stigmatizza la posizione del presidente Nicola Zingaretti e dei suoi rappresentanti locali  “tante chiacchiere e pochi fatti – scrive – tra bonifica e sburocratizzazione. Ad oggi non abbiamo né una né l’altra e i risultati si vedono”. Il rappresentante della Lega è preoccupato, come lo sono gli esponenti di Confindustria che hanno investito della questione la presidenza del Consiglio, specialmente per le ricadute occupazionali, con 100 posti di lavoro in meno e un investimento di 100 milioni di dollari che sfuma, unito all’altro di 84 milioni di euro della Dobfar. “Sono anni che sollecito Provincia e Regione ad accelerare sulle autorizzazioni ambientali”, precisa il consigliere, addossando al presidente regionale una condotta connotata da “inspiegabile inerzia e  uno scarico di tutte le responsabilità sulla provincia di Frosinone. Quello a cui stiamo assistendo è l’ennesimo teatrino di una sinistra incapace di sedersi unita ad un tavolo per discutere i problemi e risolverli”, conclude nell’infuocato comunicato. D’altra parte, sono anni che i vertici degli industriali del frusinate denunciano l’insostenibile situazione e anche Confindustria Lazio non ha esitato a denunciare l’indifferenza della opinione pubblica e dei media nei confronti di “industrie costrette a fuggire”.   

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