Un manifesto-appello alle istituzioni in venti punti, nella “Giornata nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita”, celebrata il 19 settembre, è stato presentato dall’Amsi, associazione dei medici stranieri in Italia e da “Uniti per unire”, un movimento transculturale di professionisti. Al centro la richiesta di tutela per gli oltre 77mila medici, infermieri e operatori e il veloce riconoscimento dei titoli per poter esercitare nelle strutture italiane. Su tali temi si è costituito un network che raggruppa varie realtà: dalle comunità arabe ai rappresentanti del bacino del Mediterraneo, passando per varie istituzioni e associazioni rappresentative del mondo sanitario. La parola d’ordine è una sanità innovativa e interculturale e, in elenco numerose proposte, tra cui il rafforzamento della sanità digitale e di quella domiciliare, il potenziamento della ricerca e della formazione, la collaborazione tra i sanitari del territorio e degli ospedali. Al centro dell’interesse dei medici stranieri c’è anche il settore dell’emergenza e la programmazione degli accessi alla facoltà di Medicina per i prossimi sei anni, con l’aumento delle borse di studio per gli specializzandi. E c’è anche la lotta al precariato e la richiesta di partecipazione ai concorsi per i camici bianchi che abbiano lavorato per almeno cinque anni in Italia, per sopperire alla carenza dei medici in Italia. Nelle istanze dei medici di Amsi e Uniti per unire c’è inoltre la proposta di estendere l’assistenza pediatrica ai figli di migranti privi di permessi di soggiorno. Il tutto caratterizzato da programmi di cooperazione internazionale e gemellaggi universitari al fine di promuovere la salute globale. “I 77.500 professionisti della sanità di origine straniera in Italia hanno il diritto di essere rispettati e difesi” ha dichiarato il presidente di Amsi Foad Aodi, respingendo quelli che considera “attacchi ingiusti”, indirizzati ai professionisti attivi nella sanità del nostro Paese per coprire la gravissima situazione dovuta alla carenza medici ed infermieri. “Colpa della mancata programmazione e della politica negli ultimi 10 anni”, chiarisce Aodi, che fa appello all’Ordine dei Medici di Roma, dove ha maturato una lunga esperienza in qualità di consigliere. (Nella foto: il presidente Amsi Foad Aodi)

 

 

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