Infermieri, un accordo che fa discutere

In una società che invecchia, in cui aumentano le fragilità, che vede un costante sviluppo scientifico e tecnologico e soprattutto, con un sistema sanitario che necessita di nuove risorse e una nuova organizzazione, i professionisti dell’assistenza – infermieri in testa – vogliono guidare il processo di cambiamento, con una revisione di ruoli, competenze, autonomia e responsabilità.

Nasce con tali presupposti il tavolo tecnico tra ministero della Salute e Regioni, attivo dal 15 dicembre 2011, impegnato nella “rimodulazione dei processi assistenziali e organizzativi in ambito socio-sanitario” che di recente ha discusso la “Bozza di accordo per la ridefinizione, implementazione e approfondimento delle competenze e responsabilità dell’infermiere”. Nella Regione Lazio il processo è già iniziato, con la presentazione della proposta di legge 271 che il 19 novembre 2011, ha ricevuto unanimi consensi dal Consiglio di via della Pisana. Idea guida del documento ministero regioni è attribuire ruoli e attività strategiche da valorizzare attraverso la maggiore specializzazione, coinvolgimento e responsabilizzazione dei professionisti dell’assistenza. A tal fine, sono stati individuati cinque settori di intervento: l’area delle cure primarie, quella chirurgica e pediatrica, l’area critica dell’emergenza/urgenza e della salute mentale.

L’infermiere sarà inoltre protagonista di un processo in cui si sviluppano “competenze tecnico professionali trasversali” di gestione, formazione, qualità e sicurezza, ricerca applicata e consulenza. Un nuovo cammino dinamico, flessibile che, oltre alla riorganizzazione del servizio, apre alla possibilità di un ruolo-guida, con conseguente revisione dei percorsi formativi e non preclude, anzi valorizza, la collaborazione con le altre figure professionali. Con una sicura rivisitazione del ruolo, dei compiti e della collocazione del medico nel Servizio sanitario. La proposta ha acceso il dibattito: da una parte i sindacati dei camici bianchi che temono “invasioni di campo e sovrapposizione di competenze”, dall’altra amministratori ed esperti di sanità che, plaudendo a un sistema in cui la multidisciplinarietà sia al primo posto, invocano un reale cambiamento del settore, che superi l’atavica concezione della divisione tra i ruoli.

 

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