Amianto, intesa Asl Regione per combatterlo

Ventotto aprile, Giornata mondiale delle vittime dell’amianto, la Regione Lazio si adegua e stringe i tempi per l’approvazione di una legge – che vede l’unificazione delle proposte dei consiglieri Ivano Peduzzi, Antonio Paris e Luigi Abate  – tendente alla realizzazione del piano regionale per la “Neutralizzazione della sostanza, al fine della salvaguardia della salute, della vita umana e della riqualificazione ambientale del territorio”. Si tratta di riparare a 20 anni di ritardi, quando fu approvata la legge 257/1992 per la tutela dei lavoratori esposti. Sono i dipartimenti di prevenzione delle Asl a dover garantire l’accertamento, il controllo, lo smaltimento della sostanza e la tutela degli esposti, in primo luogo i lavoratori. Compete alle stesse Asl – attraverso il parere di una commissione ad hoc – l’accreditamento delle imprese private addette alla bonifica dei siti. Di recente i coordinatori delle commissioni aziendali sono stati convocati in Regione per appianare le difficoltà derivanti dall’applicazione della normativa che impone scadenze improrogabili per l’adeguamento delle strutture. Dalla riunione è emersa la necessità di creare un tavolo tecnico per raggiungere i risultati sperati. Quanto alla proposta di legge, obiettivo primario della stessa è la tutela della salute e della salubrità ambientale attraverso la promozione di iniziative di educazione e informazione sul lavoro, nella scuola, in ambito culturale, ricreativo e domestico. Di rilievo anche la selezione di siti permanenti di raccolta del materiale smaltito, che non danneggi ma riqualifichi il paesaggio. In primo piano poi la creazione di uno sportello regionale, con l’accantonamento di un fondo per le vittime e incentivi per la bonifica. Nel Lazio un importante lavoro di mappatura, effettuato dal Centro regionale amianto dell’Asl di Viterbo – diretto da Fulvio Cavariani – risale a maggio 2011 e ha interessato il 5 per cento del territorio. Ė stato rilevato che permangono strutture con un milione di tonnellate di amianto, di cui 250mila solo a Roma. Secondo l’associazione Legambiente, sarebbero 1175 gli edifici pubblici contenenti più di 2mila tonnellate della sostanza. Servono pertanto azioni concrete per la bonifica, che attualmente procede a rilento per la totale mancanza di programmazione.

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