Tessera sanitaria, usiamola come ‘banca dati’

Ridisegno della sanità territoriale, utilizzo delle strutture già esistenti per le vaccinazioni, potenziamento della telemedicina. Sono queste, in sintesi, alcune delle linee guida del programma per la sanità enunciato nel discorso di insediamento al Senato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Il premier ha fatto riferimento alla medicina di base e allo sviluppo delle tecnologie, quali “strumenti di progresso sanitario”. A tali obiettivi si lega strettamente la possibilità di un uso estensivo della tessera sanitaria, oggi confinata a poche, ininfluenti funzioni. I rappresentanti dei governi nazionale e regionale sono consapevoli delle potenzialità di tale strumento. Non basta usarla in farmacia o per altre secondarie occasioni ma sarebbe importante estenderne l’uso per più importanti applicazioni. Nella tessera c’è un microchip, per il quale lo Stato ha già speso e sta spendendo tanto denaro, in cui potrebbe essere inserita la storia sanitaria individuale con anamnesi, cure, ricoveri, allergie e altre informazioni relative al possessore. Ci si chiede allora quanto tempo ancora si impiegherà per connettere, mettere a regime i dati dispersi e frammentati nella rete e renderli idonei a tutelare la nostra salute, riducendo costi e disagi. Per accelerare tale processo, si stanno attivando alcuni municipi di Roma, con l’approvazione di specifiche mozioni, in quanto l’implementazione di tale strumento va a influire sulla quotidianità dei cittadini. Si pensi, ad esempio, al rinnovo dell’esenzione dal ticket per età e reddito che si deve fare ‘in presenza’ ogni anno presso le Asl comunali con file, disagi, attese, contrattempi. Provvedere semplicemente usando la carta, oggi che tutti i dati fiscali e sanitari sono informatizzati in immensi data base sarebbe di grande sollievo per la collettività. Si attende dalla Regione Lazio, così attenta ai progressi della tecnologia, quanto prima un impegno in tal senso.

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