“Un consiglio: via dal Pronto soccorso in tempo di Covid”

“Se possibile, evitate di portare i vostri cari in pronto soccorso in questo periodo: trovereste l’inferno”. Sono le parole di un cittadino di Marino, che ci ha raccontato quanto accaduto a sua mamma, colpita da polmonite batterica causata da un’ernia iatale. “Il calvario di mia mamma inizia il 3 novembre quando, nel giro di 24 ore viene sottoposta a due tamponi molecolari per rilevare l’infezione da Covid-19 e che, fortunatamente danno esito negativo. Restiamo in attesa di un posto letto che tarda a venire così, dal pronto soccorso del nuovo ospedale dei Castelli, sulla via Nettunense, decido di portarla al Gemelli. Anche qui, la situazione non cambia: ore e ore di attesa senza alcun risultato così mi sposto di poco, andando nel vicino ospedale Cristo Re, dove le condizioni non sono differenti. Sfinito dalle attese, preoccupato per le condizioni di mia mamma quasi novantenne, contrariato dalla poca disponibilità del personale medico e infermieristico, stremato dalla situazione e sull’orlo di una crisi di nervi, alla fine riporto mia madre a casa, anche per evitare il pericolo del contagio. Sono un medico, capisco che dovrò dotarmi di tutte le strumentazioni e dotazioni per curarla a domicilio, ogni tanto dovrò fissare appuntamenti con strutture private per indagini strumentali (Tac, elettrocardiogramma, analisi del sangue), sperando che tutto vada bene. Penso che il Covid abbia solo fatto precipitare una situazione già precaria. Purtroppo, temo che la sospirata fine della pandemia non basti per risolvere la situazione”. Non riteniamo di dover aggiungere altro a quanto denunciato. La negazione del diritto alla Salute è evidente. A questo punto servirebbe un forte intervento istituzionale, essendo violata una norma essenziale della nostra Carta.

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