In principio era il vescovo. Chi non ricorda le epiche manifestazioni con taglio del nastro degli anni del boom, la posa della prima pietra di grandi infrastrutture; opere determinanti per il Paese, eventi da lasciare il segno. Poi, come sovente avviene alle mode – che iniziano con l’intellighenzia e finiscono con pallidi epigoni – siamo arrivati al taglio di nastro del campanile, in cui politici locali si fanno vanto di dar vita a modeste iniziative, pur di raccattare qua e là qualche briciola di consenso. Nel Lazio abbiamo fulgidi esempi con la sanità: tutte le amministrazioni regionali, chi più chi meno, hanno percorso la stessa strada ma il problema sorge quando dietro al nastro c’è solo il vuoto o, peggio ancora, un servizio dimezzato. Come è accaduto con palazzo Baleani a Roma, in cui il nuovo centro senologico per la prevenzione e l’assistenza – gestito dall’Università la Sapienza e dal Policlinico Umberto i – presentato il 20 dicembre scorso con tanto di conferenza stampa come “centro per una assistenza a 360 gradi”, si limita solo ad accogliere pochi casi di malattia conclamata, senza offerta di esami preventivi e visite periodiche. Sempre in riferimento all’Umberto I, c’è un taglio di nastro mancato prima delle elezioni ed è quello riferito al reparto di oncologia pediatrica, che doveva aprire il 15 gennaio, secondo gli annunci di qualche emittente locale mentre i combattivi genitori che ne hanno favorito la riattivazione ancora attendono. Il caso più clamoroso però, riguarda il pronto soccorso dell’ospedale di Alatri, un nodo essenziale per l’assistenza del territorio frusinate. Ė del 29 gennaio scorso l’inaugurazione in pompa magna, con tanto di “photo opportunity” di assessori e candidati della maggioranza alle prossime regionali nel collegio provinciale. Peccato però che, alcuni giorni dopo i cittadini abbiano segnalato il perdurare di disfunzioni e una assistenza non del tutto conforme ai normali standard. A confermare la situazione del reparto di emergenza dell’ospedale San Benedetto, un blitz notturno del consigliere regionale del Lazio Pasquale Ciacciarelli, accompagnato da alcuni consiglieri locali che alle 23:58 del 7 gennaio, ha rivelato che in servizio era presente soltanto un medico “a gettone” e una sola persona di assistenza, senza il cardiologo di turno. “Una inaugurazione fuffa – così si è espresso l’esponente della Lega – le solite passerelle del Pd e dietro il nastro niente!”. Una polemica destinata a non smorzarsi neanche dopo il voto.

 

 

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