Sprechi e corruzione: arriva il conto

sirene primaApprendiamo in queste ultime ore pronunce decisive per la regione Lazio e per la sanità, da parte del Tar e della Corte dei conti. La magistratura amministrativa si è pronunciata sulla possibilità di attivare reparti di assistenza a gestione infermieristica, su cui un sindacato medico si era opposto. Sarà possibile così cominciare a pensare alla creazione di posti in lungodegenza, letti per malati cronici e modalità assistenziali in linea con i progetti della giunta regionale che, a sua volta, si vede messa in difficoltà da un’altra pronuncia del Tar, che contesta ai vertici di via Cristoforo Colombo l’eccessivo ricorso ai dirigenti esterni. Le nomine di Zingaretti, avrebbero violato i limiti di legge per le chiamate esterne, collocando 24 direttori non appartenenti all’organico, in presenza di 240 apicali interni. Viene messa così in discussione la direzione regionale per la sanità, settore delicatissimo, sottoposto al commissariamento da giugno 2008. Ci si interroga altresì, sui presunti risparmi che l’amministrazione vanta come fiore all’occhiello della giunta, considerato che interverrà la Corte dei conti per appurare il danno erariale conseguente alle nomine ora annullate. Un sicuro danno erariale i magistrati contabili lo hanno riscontrato all’ospedale Forlanini ora in dismissione: la costruzione e l’abbattimento di un muro divisorio abusivo nello storico parco potrebbe costare un risarcimento di 84mila euro alla coppia di ex direttori, generale e amministrativo, Luigi Macchitella – ora commissario alla Asl di Viterbo – e Roberto Noto oggi a capo dell’amministrazione di una Asl dell’Umbria. Una vicenda complessa, la costruzione di un muro divisorio in un parco tutelato, fatta passare come “somma urgenza” in una delibera in cui si parlava di tutt’altro: l’allestimento dei nuovi locali per il centro elaborazione dati nel padiglione cardiologico dell’attiguo ospedale San Camillo. Probabilmente la suddivisione del parco in due aree poteva essere funzionale ai progetti di vendita dell’ex sanatorio osteggiati, allora come oggi, da larga parte dell’opinione pubblica. Sicuramente il progetto, per cui fu investita una ingente cifra, mancava dei nulla osta previsti per legge – assessorato regionale all’Ambiente, Soprintendenza Beni architettonici e ambientali, Genio civile – e forse anche del permesso di costruire tanto che, alle 23 del 29 dicembre 2009 il muro era ancora in piedi mentre alle 7 del mattino seguente era polverizzato. Di sicuro, la sentenza dei magistrati contabili non influirà, come le due precedenti del Tar, sulla gestione e l’organizzazione del settore sanitario ma avrà un sicuro riflesso sulle coscienze: da adesso nessuno scempio ambientale o edilizio, nessuno sperpero di risorse dovrà passare sotto silenzio da parte di chi ne venga a conoscenza. In tal senso, sposiamo in pieno ciò che pensava Albert Einstein: “il mondo è un posto pericoloso, non a causa di quelli che fanno del male, ma a causa di coloro che guardano senza fare niente”.

 

 

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