Santa Lucia\1: ridotti gli accessi in day hospital

santa luciaDa 90 a 40 prestazioni per neurolesi. La Regione taglia i rimborsi, pazienti e famiglie in difficoltà

Santa Lucia, l’Istituto romano di ricovero e cura a carattere scientifico, eccellenza nella riabilitazione neuromotoria e nella ricerca, è vittima dei tagli regionali. Dimezzati i rimborsi: per ogni paziente ricoverato e assistito, la spesa è di 500 euro al giorno ma dall’ente territoriale se ne ricevono in cambio soltanto 270. Poco per garantire cure a tutto tondo e accoglienza nei numerosi ambulatori e reparti. Ne fa le spese il day hospital per pazienti con lesioni neurologiche, vittime di incidenti o di pregresse patologie altamente invalidanti (ictus, lesioni cerebrali, incidenti) per cui la riabilitazione è indispensabile. Dal 20 maggio le famiglie sono state avvertite: da 90 prestazioni garantite si è passati a 40. Una riduzione esiziale per gli assistiti, le cui famiglie si vedono costrette a rivolgersi altrove per non mettere a serio rischio la salute dei congiunti. Protestano le famiglie e protestano i medici, che si vedono costretti al ruolo di burocrati obbligati a tagliare al di là della valutazione clinica del singolo caso. “L’unico rimedio a tale insensato provvedimento – spiegano alcuni sanitari del reparto – è affidarsi a progetti di ricerca per far affluire le risorse necessarie al mantenimento del precedente livello di prestazioni”. Da parte della direzione si spera nella convocazione della Regione Lazio e il presidente della Fondazione Santa Lucia Luigi Amadio attende da tempo l’attivazione di un tavolo di lavoro per trovare una soluzione. Di recente, il direttore scientifico dell’Istituto Carlo Caltagirone, è stato proclamato vincitore del premio all’eccellenza in sanità 2016, da parte della Fondazione San Camillo Forlanini.

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