Il 14 luglio è una data importante nella storia. L’assalto e la presa della Bastiglia del 1789 dettero il via alla Rivoluzione francese, che modificò il volto della Francia e del resto del mondo, instillando valori imprescindibili quali la libertà, l’uguaglianza e la fraternità, cambiando per sempre l’antica idea di Stato. Non è da meno la religione, che in questa giornata – assurta a simbolo per infermieri, medici, ospedali e malati – celebra San Camillo De Lellis, patrono di infermieri, ospedali e malati. Nel Lazio sono due gli ospedali intitolati al santo: il celeberrimo nosocomio romano del quartiere Gianicolense e il San Camillo di Rieti, ospedale che negli ultimi anni si è trovato di fronte a numerose criticità, specie dopo il rovinoso terremoto che ha distrutto la struttura sanitaria di Amatrice, per la cui ricostruzione ancora non si vede luce. Un tempo, quando c’erano le suore-infermiere e tanti padri cappellani, al San Camillo di Roma la ricorrenza del santo si festeggiava in modo solenne. Una partecipata processione percorreva i lunghi e aggraziati viali dell’ospedale, oggi cancellati da una discutibile superfetazione realizzata al centro della struttura, chiamata in modo ridondante “Piastra dei servizi” che ne ha cancellato continuità, identità e specificità come ospedale a padiglioni, un modello superato che caratterizza però l’edilizia sanitaria del primo Novecento. Del santo abruzzese – era nato a Bucchianico in provincia di Chieti il 25 maggio 1550 – ricordiamo i nobili natali, la giovinezza disordinata e la successiva conversione. Forse per espiare, forse per profonda vocazione, divenne sacerdote e fondò Congregazione dei Chierici regolari ministri degli infermi. Soprattutto, dobbiamo tenerlo a mente come primo grande riformatore della professione infermieristica e dell’organizzazione assistenziale negli ospedali. Per questo divenne patrono di tutto l’universo sanitario, dai medici agli infermieri, arrivando ai malati e passando per gli ospedali. Per questo oggi, oltre alle celebrazioni cadute nel dimenticatoio, dovremmo guardare all’azione dell’uomo, che non si risparmiò, per rendere accettabile la piaga della malattia. Auguri a tutti.

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  1. Bellissima ricorrenza! Aggiungerei che San Camillo è stato anche bravissimo ad ottenere la fiducia dai suoi finanziatori, grazie alla sua redazione di una contabilità attenta e precisa. Che è poi andata avanti per secoli, fino ad oggi. Ma sono fiducioso che riprenderà presto. Auguri a tutti!

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