Non si fermano gli appelli di esperti e rappresentanti delle istituzioni, per sensibilizzare, aumentare l’attenzione e la consapevolezza dei cittadini su una grave minaccia per la salute pubblica: le epatiti. Insieme all’invito alla prevenzione del ministro della Salute Orazio Schillaci, ha sollevato l’attenzione Luisa Regimenti, responsabile nazionale per l’Europa del Dipartimento Sanità di Forza Italia e medico legale. Nel corso delle celebrazioni della “Giornala mondiale contro l’epatite”, istituita dall’Oms il 28 luglio – data di nascita di Baruch Blumberg (28 luglio 1925), biochimico statunitense, Nobel scopritore del virus dell’Epatite B e del vaccino – anche Regimenti, attualmente assessore alla Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, ha sollevato l’attenzione sulla prevenzione da questa insidiosa malattia. “La lotta alle epatiti deve continuare ad essere una priorità in Italia e in Europa. Oggi la cura delle epatiti ha fatto passi da gigante grazie ai progressi della medicina ma se vogliamo centrare l’obiettivo dell’eradicazione di queste malattie, in particolare del virus HCV (quello che provoca l’epatite C, ndr), entro il 2030 come chiesto dall’Organizzazione mondiale della Sanità dobbiamo intensificare gli screening e allargare la fascia di popolazione da sottoporre al test”. Questa la raccomandazione della professoressa che sottolinea la necessità di non abbassare la guardia per questo problema di salute globale, che specie nei Paesi in via di sviluppo continua a mietere vittime. “Purtroppo si contano ancora circa sei milioni di persone che convivono con l’infezione cronica da epatiti B e C: per questo occorre una strategia europea per contrastare i virus epatici. Come ha dimostrato la lotta al Covid, anche per altre importanti sfide di salute c’è bisogno di una Unione europea della Salute con un forte potere di coordinamento, soprattutto nell’ambito del contrasto alle malattie infettive, se vogliamo ottenere risultati significativi”, questo l’auspicio di Regimenti, già parlamentare Ue, che ha sottolineato l’insidia costituita dal fatto che le epatiti, in particolare la C, sono spesso asintomatiche e silenti, tanto da renderne difficile l’eradicazione. “Dobbiamo coinvolgere tutti i professionisti sanitari, dai medici di Medicina generale fino agli specialisti – questo l’appello – e le associazioni dei pazienti per elaborare una strategia complessiva, soprattutto in termini di prevenzione e di sensibilizzazione della popolazione”. Un monito per le istituzioni e un programma di lavoro per i prossimi organismi che si insedieranno in Europa nel 2024.

 

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