Lavoro, si celebra la sicurezza, ma quale?

Si apre con l’ennesima tragedia, la rituale “Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro” di oggi 28 aprile, volta a sensibilizzare la collettività e, soprattutto le istituzioni, in un contesto in cui la sensibilità su tali temi vale meno di zero. L’ultimo ad aver perso la vita, è Fabio Palotti, 39 anni, padre di una bambina, dipendente di una ditta “esterna”, ovvero un appalto che cura la manutenzione degli ascensori al ministero degli Esteri. Non si è tutelati neanche all’interno delle istituzioni più prestigiose. Ieri, nella tragica contabilità è entrato Bernardino Passacantilli, edile 61enne impegnato nella ristrutturazione di un palazzo in via Toscana, nel centro di Roma, padre e nonno di 4 nipotini. A pochi giorni dal 1° maggio, ci chiediamo con quale coraggio si possano installare megapalchi nei giardini di piazza San Giovanni in Laterano, in cui si tenterà di festeggiare con canti e balli quello che del lavoro è soltanto una imitazione. In questo Paese si spendono troppe parole, si versano fiumi di inchiostro, si allestiscono troppi sipari e si investono poche risorse e poche intelligenze in quello che dovrebbe essere un tema centrale della nostra politica. Siamo stanchi di denunciare ciò che dovrebbe diventare materia quotidiana di intervento nel campo della sicurezza e non è mai stata presa in considerazione. Lo scorso anno, più o meno in questo periodo, ci occupammo di quella che doveva essere la novità del decreto legislativo 81 del 2008 “Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”: la patente a punti per i datori di lavoro. Un sistema simile a quello attuato con la patente di guida, l’impresa che non garantisce sistemi di sicurezza elevata perde punti con tutte le penalizzazioni che ne derivano, fino ad arrivare alla sospensione dell’attività in caso di forti decurtazioni e un punteggio pari a zero. Il decreto è del 2008, siamo nel 2022: i nostri lettori traggano le opportune conclusioni. Negli anni Settanta, riscosse un discreto successo un brano, inserito tra quelli chiamati ‘canzoni di lotta’. Lo cantava Anna Identici e raccontava proprio la storia di un muratore caduto da una impalcatura. ‘Era bello il mio ragazzo…’ intonava la struggente voce della Identici che, in una strofa fu censurata ed era questa: ‘quando si lavora sodo non c’è soldi da buttare, non puoi metter tanta cura per far su l’impalcatura’. Sono passati 50 anni ma il clima non è mutato: bonus 110% con tutto ciò che ne consegue. Si ristruttura velocemente una facciata altrimenti i benefici decadono, e via argomentando. E insieme ai benefici cadono anche gli operai, come il bel ragazzo della Identici e Bernardino a Roma. Nella Giornata sulla sicurezza nei posti di lavoro, sono temi su cui riflettere. Per info: https://www.sireneonline.it/wordpress/?p=7930

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