Il teatro Basaglia e le scuse della Asl Roma E

1391910_667976826556991_5378111_nCi scrivono Corrado e Vincenzo, insegnante il primo, regista il secondo, desiderosi di proporre una rappresentazione teatrale con la compagnia messa in piedi in una scuola superiore di Monte Mario: “La mattina del 25 gennaio scorso siamo entrati nel padiglione centrale del bellissimo complesso di Santa Maria della Pietà, con l’intenzione di visitare il teatro intitolato a Franco Basaglia, all’interno dello storico edificio ed, eventualmente, chiedere il permesso per tenere lì uno spettacolo, come avviene ogni anno nel nostro istituto, alla fine dei corsi. Trovando vuoto e privo di qualsiasi indicazione il monumentale atrio centrale della palazzina, ci siamo avventurati al primo piano per chiedere informazioni. Pensavamo di poterle avere da alcuni funzionari intenti a lavorare in una stanza ma così non è stato. Dalla persona china sul pc, probabilmente un dirigente che però non si è qualificato, abbiamo ricevuto, purtroppo, soltanto ingiustificate offese. In malo modo ci ha apostrofato sul perché ci fossimo permessi di entrare nelle stanze senza la necessaria autorizzazione, rimandandoci al personale di vigilanza del piano terra cui competerebbe “l’apertura della sala”. Tornati di sotto, in un continuo gioco degli equivoci, ci veniva riferito che il solo responsabile dell’apertura era tale dottor Pompeo Martelli che, con evidente sorpresa, scoprivamo essere la persona che inutilmente ci aveva indirizzato alle guardie giurate e che, tornati di sopra, non si discostava dal tono perentorio riservatoci qualche minuto prima”.

Come giornale dalla parte dei cittadini e contro la sanità dei formalismi, delle ridondanti dirigenze, delle vuote procedure, abbiamo suggerito ai due professionisti di rivolgersi all’Ufficio relazioni con il pubblico della Asl Roma E, che prontamente ha fatto luce sull’accaduto, porgendo le dovute scuse agli incauti visitatori. Usiamo ironicamente tale aggettivo, per indicare quanto a volte gli uffici pubblici, patrimonio di tutti i cittadini, abbiano tra i propri rappresentanti persone ostili alla collettività. Dirigenti o funzionari che, per il solo fatto di essere titolari di un ufficio, ritengono di essere “coronati” detentori di potere. Soprattutto, ci preme segnalare la prontezza e la disponibilità dell’Urp aziendale a riconoscere l’errore e porgere le dovute scuse.

 

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