La presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni ostetriche (Fnopo): “Sono troppe le donne che sono affette dalla patologia, ma non lo sanno. L’Ostetrica è dotata di una preparazione professionale che le permette di insegnare alle pazienti come gestire al meglio i propri sintomi, incoraggiandole a rivolgersi al medico in caso di sanguinamenti o dolori anomali”

Solo una donna su due conosce l’endometriosi, eppure ne soffre il 15% della popolazione femminile, (ricerca realizzata da Swg-febbraio 2024). Si tratta di una patologia cronica che provoca spasmi pelvici intensi, è particolarmente invalidante e, se non trattata nel modo adeguato, può portare all’infertilità. Purtroppo, è spesso diagnosticata in ritardo: in media le donne che ne soffrono attendono anche più di otto anni prima di ricevere una diagnosi corretta. Per questo, è necessario sensibilizzare l’opinione pubblica e far conoscere alla popolazione i percorsi offerti dal Servizio Sanitario. Dal 2015, infatti, l’endometriosi è stata inserita nel Lea (livelli essenziali di assistenza) e, quindi, compresa tra le malattie croniche esenti da ticket. In occasione della Giornata Mondiale dell’Endometriosi 2024 (che si celebra il 28 marzo, ndr), richiamiamo l’attenzione sulla necessità di ‘abbattere’ il muro dell’indifferenza nei confronti di questa patologia cronica. Ad oggi, sono circa tre milioni le donne che hanno ricevuto una diagnosi di endometriosi, una cifra senz’altro sottostimata: esiste un sommerso della malattia dovuto sia alla reticenza delle donne a consultare uno specialista pur in presenza di dolori forti e invalidanti, che alle numerose diagnosi inappropriate. Per questo, è urgente sviluppare una rete assistenziale da più competenze specialistiche, dove tutti i professionisti sanitari siano in grado di porre il sospetto diagnostico o diagnosticare la patologia, e indirizzare le pazienti a un corretto trattamento o al centro di riferimento in grado di garantirlo. In tal senso, l’Ostetrica presente nei consultori, nelle case di comunità, negli ambulatori e anche direttamente al domicilio della donna, proprio in virtù della sua presenza capillare sul territorio e prossima al paziente, rappresenta una vera e propria sentinella in grado di indentificare precocemente i segni e i sintomi dell’endometriosi. Tra i più frequenti: dolore durante i rapporti sessuali, alla minzione o alla defecazione, crampi pelvici, stanchezza e gonfiore addominale. L’Ostetrica, tramite le sue spiccate doti di comunicazione tipiche della professione promotrice della salute, è in grado di osservare, ascoltare in modo accogliente e non giudicante, comprendendo ciò che la donna sta vivendo. Nel caso in cui la donna in questione stia progettando una famiglia l’osservazione e l’ascolto andranno rivolti alla coppia. L’Ostetrica è dotata di una preparazione professionale che le permette di educare le pazienti a riconoscere i propri sintomi, incoraggiandole a rivolgersi al medico in caso di sanguinamenti o dolori anomali, correggendo convinzioni errate, spiegando e la patologia e le opzioni di trattamento, i rischi e benefici ad esse associati. Tutto questo anche al fine di ridurre eventuali stati di ansia, aiutando le donne ad accettare la malattia e a migliorare la loro qualità di vita. L’Ostetrica è il professionista sanitario più indicato a raccogliere in modo mirato e puntuale, durante un primo colloquio di counselling breve, tutte le informazioni utili da trasmettere, successivamente, a tutti gli altri membri del team. Una paziente affetta da endometriosi, infatti, dovrà essere presa in carico da un team multidisciplinare composto sia da medici specialisti, che da professionisti sanitari. Solo una valutazione multidisciplinare è in grado di definire la strategia terapeutica migliore, personalizzata in base alle esigenze di ogni singola donna.

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