“Il Covid non ha insegnato nulla alla Regione”

“L’emergenza Covid-19 non ha insegnato nulla alla Regione Lazio”. Il duro attacco arriva dalla segreteria provinciale di Roma dell’organizzazione sindacale Fials, che in un comunicato del 12 giugno stigmatizza il taglio dei posti letto nella sanità pubblica e il conseguente incremento in quella privata che “avrebbe provocato un impoverimento dell’offerta e un deficit evidente nelle cure dei malati”. Sotto accusa in particolare, il decreto U00072 di Nicola Zingaretti, presidente della Regione e commissario ad acta per la sanità – ancora non uscita dal commissariamento come annunciato in varie occasioni – che porta la data del 9 giugno e ridefinisce tutta l’organizzazione e la dotazione di posti letto del Campus Biomedico, policlinico universitario privato con undici corsi di laurea attivi. Nella struttura di Roma sud, individuata come Dea (Dipartimento di emergenza di I livello), entreranno a breve in funzione il pronto soccorso per cui la Regione Lazio ha investito 10 milioni e la medicina nucleare dotata di Pet, strumentazione sofisticatissima nella diagnostica dei tumori, quasi introvabile negli ospedali pubblici del Lazio. Il piatto forte è rappresentato dai posti letto, 348 in tutto, suddivisi in svariate specialità medico/chirurgiche. Su tale dotazione Fials si sofferma commentando che “la Regione sta incrementando i posti letto di chirurgia di ben 143 unità, altrettanti 144 di area medica e altri 20 di riabilitazione”. Per questo il sindacato si rivolge al governo nazionale chiedendo la puntuale vigilanza, attraverso il ministero della Salute, affinché si valuti l’opportunità e la qualità degli affidamenti e l’incremento delle convenzioni già in essere. Una critica totale alla politica sanitaria regionale, espressa nel comunicato con cui la Fials si chiede “su quali basi si fondino le scelte del presidente Zingaretti e perché favorisca un ospedale privato, a fronte del taglio di 3000 posti letto pubblici”, ponendo in primo piano “il rispetto dei diritti degli assistiti del servizio sanitario regionale e del personale ospedaliero e ambulatoriale”. E la critica si sposta alla inadeguatezza della risposta ospedaliera all’emergenza Covid-19 “con letti insufficienti, ospedali chiusi e un esborso notevole di fondi pubblici per attivare punti di ricovero per l’emergenza virus, disseminati sul territorio, specie in strutture private”.  

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