Sarà il prossimo Consiglio dei ministri ad assumere decisioni di peso per il rientro alla normalità dopo la pandemia da Covid, la fine dell’emergenza, il mantenimento di misure di precauzione in alcuni ambiti. Tra i provvedimenti più discussi, il reintegro dei sanitari che, sebbene sottoposti all’obbligo da un decreto governativo, hanno deciso di non farsi iniettare il farmaco che attenua gli effetti della malattia. Le critiche non cessano, neanche alla luce delle sconvolgenti ammissioni di una dirigente della multinazionale Pfizer, produttrice del prodotto, che ha rivelato come lo stesso non fosse stato testato per valutarne la possibilità di scongiurare l’infezione. “Non c’era tempo”, avrebbe ammesso in sintesi la direttrice commerciale della società farmaceutica e quindi, tutte le restrizioni subite in Italia sarebbero state imposte sulla base di un falso. Risponde ai dubbi e alle critiche avanzate, il segretario nazionale di Ugl Salute, che in un comunicato dichiara: “Il Servizio sanitario nazionale arranca e la mancanza di personale è una delle cause di un diritto alla salute sempre più violato. L’Italia non può più permettersi di rinunciare all’opera di questi professionisti. Non bisogna attendere la mezzanotte del prossimo 31 dicembre, data in cui scadrà l’obbligo di vaccinazione previsto dal Decreto-legge numero 24 del 24 marzo 2022”. Nella stessa nota, il sindacalista rivolge un auspicio di buon lavoro all’esecutivo Meloni e al ministro Schillaci e propone il confronto offrendo il contributo della organizzazione per riformare il Servizio sanitario, una riforma che necessita da tempo. Apprezza la posizione dell’attuale premier “quando era all’opposizione” e condivide le opinioni espresse da Meloni sulla sanità nel corso del giuramento al Senato. “Crediamo sia giunto il momento di dare un segnale chiaro e per questo chiediamo al Governo di legiferare per procedere all’immediato reintegro in servizio dei tanti operatori sanitari, circa 10.000, attualmente sospesi per aver rifiutato la vaccinazione” commenta ancora Giuliano, che conclude: “Prendere in tempi rapidi una decisione per reintegrare i sanitari, sarebbe un segnale di impegno per il rilancio della sanità e soprattutto un chiaro gesto di ristabilimento di libertà personali negate negli ultimi tempi in ossequio all’emergenza”.

 

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