Bambino Gesù al Forlanini. Continua la fuga di notizie di quella che è, incomprensibilmente e a tutti gli effetti, una trattativa segreta. Il governo Meloni, a cui la giunta regionale guidata da Francesco Rocca sembra aver ceduto del tutto la patata bollente – il passaggio dell’ospedale pubblico alla Santa Sede – non lascia trapelare nulla di quella che ormai sembra una decisione irrevocabile, che non incontra, contrariamente a ciò che potrebbe apparire, un favore unanime. Sull’argomento della cessione di quello che è un bene pubblico a uno stato estero, la Cgil ha inviato da mesi una richiesta di incontro al presidente Rocca ma l’istanza non ha ricevuto alcun riscontro, suscitando una comprensibile reazione da parte del sindacato. “Il Forlanini continua a essere terreno fertile per chi vuole sottrarre  un bene pubblico al Servizio sanitario nazionale senza alcun confronto con le parti sociali e con la popolazione”,  scrivono in una nota i rappresentanti della Cgil di Roma Centro Ovest Litoranea. “L’ipotesi che la Regione Lazio affidi il Forlanini allo Stato Vaticano per trasferire il nuovo Bambino Gesù – continua il comunicato – contraddice tutti gli atti e gli affidamenti fin qui assunti dalla precedente giunta”. I sindacalisti si riferiscono a una trattativa con rappresentanti della presidenza a guida Nicola Zingaretti, che prevedeva la creazione all’interno dei 14 ettari dell’ospedale di una residenza sanitaria assistenziale e di una casa della salute, “strutture che oggi sembrano essere cancellate dalla volontà del governo delle destre – incalzano i sindacalisti – di favorire ancora una volta la Sanità privata. Peraltro, per superare la norma che vieta di procedere alla vendita di un ospedale pubblico ai privati, pare si voglia utilizzare l’Inail, a cui si cederebbe il bene e che, a sua volta, procederebbe all’affitto al Vaticano”. Artifizi che non fanno i conti con possibili azioni legali, come si annuncia da più parti, specialmente per quanto attiene all’affitto dell’immobile all’ospedale pediatrico senza procedere a una selezione tramite procedura a evidenza pubblica.  “Il diritto alla salute diventa un privilegio per chi ha capacità reddituali e chi non può si arrangi. Come Cgil, coerentemente con quanto fin qui affermato e costruito, continueremo a batterci perché il Forlanini venga restituito alla sanità pubblica territoriale”, conclude  la nota, annunciando l’avvio di un immediato confronto con le istituzioni competenti, con le categorie di riferimento e con le realtà associative territoriali. Con la certezza, che saranno in molti a invocare le istituzioni a non cedere un’altra fetta di patrimonio pubblico. (Foto archivio storico Inps)

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