Sovraffollamento in pronto soccorso: il problema è nazionale. Dal Piemonte alla Sicilia, dalla Campania alla Toscana passando per Lazio e Lombardia, le attese infernali per essere visitati ed eventualmente ricoverati sono ormai la norma e a farne le spese, oltre agli svantaggiati pazienti, sono anche gli operatori. Non solo perché costretti a lavorare nel peggiore dei modi ma perché molti di loro, nel periodo delle festività, hanno dovuto rinunciare al meritato periodo di vacanze quando non sono stati, addirittura, richiamati dalle ferie per rientrare in servizio. Di sanità, come “macigno diventato insostenibile”, parla Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up, il combattivo sindacato degli infermieri, che in un lungo intervento fa il punto della situazione sparando a zero su una organizzazione, quella sanitaria “finita in un vicolo cieco”, con il nostro Paese al sedicesimo posto per spesa pro capite, rispetto alla media delle altre nazioni. “Siamo di fronte a un vero e proprio baratro – sostiene De Palma – un gap di 47,6 miliardi”. E annuncia, per la prossima primavera, “un periodo di legittime proteste con il rischio di nuovi scioperi”. Una vera e propria dichiarazione di guerra, come quella formulata dalla Cgil di Roma e del Lazio, che contesta le soluzioni proposte dalla regione e annuncia una manifestazione entro gennaio. “Il presidente Rocca – scrive sui social Rino Giuliani, del dipartimento Welfare del sindacato pensionati Spi Cgil – a maggio 2023 con una spesa di 10 milioni di euro aveva ‘acquistato’ 178 posti letto riservandosi di convenzionarne altri”. Il riferimento è all’acquisizione di posti di ricovero da parte del privato accreditato, che non sembra aver risolto il problema nell’immediato. “Si scopre che molti di quei posti letto privati non sono stati attivati per mancanza di personale – continua Giuliani – i reparti di pronto soccorso, soprattutto nella capitale, restano in sofferenza come già nel 2022”. Secondo l’esponente di Spi Cgil, i fatti dimostrano che rivolgendosi ai privati non si risolve il problema ma la soluzione dovrebbe essere affrontare la situazione in modo strutturale per dare soluzioni efficaci al sovraffollamento. Una esortazione che ascoltiamo da molti anni e che nessuno ha deciso di attuare concretamente. (AgenPress)

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