Dialisi, potenziare i centri pubblici

Assunzioni in deroga al blocco del turn-over per mantenere i livelli essenziali di assistenza. È questo il contenuto di una risoluzione votata all’unanimità in commissione Sanità della Regione Lazio, per scongiurare il definitivo collasso dei centri dialisi regionali pubblici, che impegna la presidente Polverini ad autorizzare l’assunzione di almeno 10 medici e 20 infermieri per garantire l’attuale organizzazione delle turnazioni. Nel Lazio la dialisi è assicurata in tre modalità: pubblica, privata e domiciliare e nel piano di rientro dal deficit è prevista una razionalizzazione dei centri pubblici che potrebbe mettere a rischio turni e servizi. “Garantire il servizio di emodialisi nelle strutture – scrive il consigliere regionale Enzo Foschi, membro della commissione Sanità in una nota – è una priorità. Si deve impedire la riduzione degli operatori specializzati, la chiusura delle strutture e favorire l’accorpamento delle unità operative (i primariati), lasciando inalterato il servizio sul territorio”. La battaglia dei dializzati parte da lontano. Sono 4585 i pazienti assistiti e fino al 2010 le prestazioni dei centri pubblici, pari al 52,3%, erano in continua progressione. La battuta di arresto si è avuta con i decreti commissariali – si pensi, ad esempio alla chiusura dell’efficientissimo centro dialisi dell’ospedale San Giacomo nel 2008 – e con le proposte di limitare da quattro a tre turni soltanto le prestazioni nei grandi ospedali. Tra le proposte avanzate in commissione Sanità, volte a perseguire una politica virtuosa di contenimento dei costi, c’è il sostegno a favorire la dialisi domiciliare, con un notevole miglioramento di qualità della vita dei pazienti e consistenti risparmi di spesa. I rappresentanti della commissione Sanità, nella mozione votata, chiedono l’impegno della presidente Polverini affinché siano realizzati interventi concreti per garantire la piena accessibilità alle cure e il rispetto del diritto alla salute dei malati.

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