Accorpamento Asl: Sbardella, gruppo misto, rivendica i poteri del Consiglio regionale

Pietro-SbardellaImmediate, dopo la pubblicazione della notizia dell’accorpamento delle Asl da parte del presidente regionale e commissario alla Sanità Zingaretti, arrivano le voci critiche. A iniziare dal presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, passando per Francesco Storace, scettico sulle possibilità che il provvedimento porti ai tanto auspicati risparmi, per arrivare a Pietro Sbardella, rappresentante del gruppo Misto alla Pisana. Abbiamo letto di recente sui giornali, che il presidente Zingaretti avrebbe ridotto le Asl di Roma – esordisce il consigliere – cosa che peraltro spetta al Consiglio regionale, dove giacciono dall’inizio della legislatura proposte di accorpamento dimenticate per l’inerzia della maggioranza. Spero che su questo punto Zingaretti non voglia obbligare i consiglieri regionali a ricorrere al Tar per salvaguardare le proprie prerogative, che troppe volte ha dimostrato di disprezzare. Sulla stampa – continua Sbardella – si legge poi  che verrà costituita una centrale unica degli acquisti, come se non fosse già in funzione, e non ne avessimo letto sempre sulla stampa anche troppo, compreso il modo di produrre i risparmi. Come nel caso del Cup dove per risparmiare abbiamo scoperto che si è deliberatamente omesso il problema della ricollocazione degli occupati e la loro tutela. Con questo atteggiamento il presidente conferma che la stagione del rispetto istituzionale non la vuole proprio inaugurare” conclude l’esponente politico. Fa eco al rappresentante del gruppo Misto, il leader di AssoTutela Michel Emi Maritato che commenta: “Ci saremmo aspettati, su un provvedimento di tale importanza, un serrato confronto in Consiglio regionale ma, a quanto pare, le imposizioni del commissariamento affievoliscono molto le prassi democratiche. Ora attendiamo di conoscere le valutazioni dei direttori generali. La trasparenza è anche questo. Soprattutto, chiediamo al governatore di abbattere, una volta per tutte, le liste di attesa mantenendo fede a quanto previsto dal decreto commissariale del settembre 2013. Troppo spesso – chiosa Maritato – i cittadini si sono sentiti rispondere al momento della prenotazione, che le ‘agende’ erano chiuse. Un modo per dire, cortesemente, che il proprio diritto alla salute è un diritto affievolito”.

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