“Nessun focolaio Covid al San Camillo”

La notizia è del 15 gennaio. Secondo il quotidiano romano, nell’ospedale del quartiere Gianicolense si sarebbe sviluppato un focolaio Covid che avrebbe costretto alla chiusura di due reparti, la chirurgia e la cardiologia, per carenza di personale. Anche il sito nursetimes.org commenta l’accaduto, con una dichiarazione del segretario provinciale del Nursind sindacato degli infermieri, Stefano Barone. “È assurdo ­- sostiene Barone – che un reparto di inter­venti salva vita chiuda perché man­cano gli infermieri, legittimamente perché ormai ‘spremuti come limoni’. I sa­nitari sono pochi e allo stremo dopo due anni di pandemia – aggiunge il sindacalista – nello stesso momento in cui si decide di am­pliare il numero dei posti letto Covid, per seguire i malati debbono essere assunti gli infermieri, immediatamente. Pena la chiusura di reparti per sopperire alla mancanza di programmazione”. Subito, la direzione ospedaliera si è affrettata a smentire, dichiarando che “non esisterebbe alcun focolaio Covid ma si tratterebbe di positività rilevata grazie al piano di screening e di sorveglianza degli operatori sanitari a tutela della salute degli stessi e dei pazienti”. Secondo l’azienda le positività sarebbero state riscontrate globalmente, in tutto l’ospedale e non soltanto in una sola unità operativa. Si minimizza poi quanto avvenuto con la chiusura della cardiologia, “trattandosi di un reparto aperto soltanto dal lunedì al venerdì” mentre la quarantena di trenta operatori si è conclusa il 18 gennaio, consentendo la riapertura del servizio. Per i medici si sarebbe provveduto alle opportune sostituzioni mentre rimarrebbe invariata l’attività di tutte le chirurgie: generale, dei trapianti, urologica con le sale operatorie in piena attività ogni giorno.

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