Coronavirus, medici di famiglia in prima linea. Ministero della Salute informa con il numero verde 1500

Sono 150 i medici di famiglia romani che hanno collaborato, dietro sollecitazione dell’Ordine provinciale della Capitale, per attivare il cordone sanitario all’aeroporto di Fiumicino, resosi necessario per il controllo dei passeggeri in arrivo dal Wuhan, regione cinese in cui si è diffuso il contagio da Coronavirus. I camici bianchi si sono resi disponibili inoltre, per rispondere al numero 1500 attivato dal ministero della Salute – e potenziato dal 27 gennaio – per fornire tutte le indicazioni utili ai cittadini. Per tale disponibilità hanno ricevuto l’apprezzamento dei vertici dell’Ordine dei medici di Roma, nelle persone del presidente Antonio Magi e del suo vice Pierluigi Bartoletti “per il senso di responsabilità dimostrato”. Il numero verde del ministero fornisce gratuitamente informazioni in italiano, inglese e cinese sulla misteriosa affezione ed è attivo 24 ore su 24. In primo luogo ai chiamanti verranno chiarite le modalità di diffusione del contagio, quali sono i sintomi, quali i consigli per tenersi lontani dalla possibilità di trasmissione. La misura, voluta dal gruppo di esperti istituito in lungotevere Ripa, si è resa necessaria a causa della nuova valutazione della situazione da parte dell’Oms. L’Organizzazione mondiale della sanità, che in un primo momento reputava lontana la condizione di pandemia,  ha fatto marcia indietro decretando la gravità della patologia a livello planetario, con “rischio molto alto in Cina” e “alto” a livello globale. Per questo  il ministro della Salute Roberto Speranza ha proposto la convocazione di un summit con i suoi omologhi di area Ue. Intanto le autorità cinesi si affrettano a smentire la voce secondo cui il virus proverrebbe da laboratori militari. “All’85 per cento – comunicano dal grande Paese asiatico – è simile a quello della Sars con possibile trasmissione da parte di animali selvatici”. Per quanto attiene ai ai viaggi organizzati, tutte le compagnie turistiche hanno concordato la possibilità di poter cambiare meta, rispetto alla Cina, senza aggravio di costi. 

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