Ares 118, la direzione ci ripensa. Revocata la selezione di affidamento dei servizi ai volontari

Una improvvisa e contraddittoria marcia indietro. La direzione dell’azienda di emergenza sanitaria 118 del Lazio revoca ciò che aveva approvato soltanto 15 giorni prima. Con la delibera numero 20 del 14 gennaio, si smentisce quanto sancito da analogo atto – la 365 del 30 dicembre 2019 – con cui veniva indetta una selezione per l’affidamento del soccorso in emergenza e secondario a enti e associazioni di volontariato. Un provvedimento importante che affidava ai privati una bella fetta di attività, 116 postazioni in tutta la regione per tre anni e un importo pari a 41 milioni e 800 mila euro, tra le vivaci proteste del sindacato di base Usb  che proprio nel giorno della revoca aveva indetto una manifestazione a Roma, sotto il palazzo di via Rosa Raimondi Garibaldi, sede degli uffici della giunta Zingaretti. Con un tempismo ormai ben rodato, i vertici regionali e quelli dell’Ares hanno smorzato il dissenso sul nascere. “Si ritiene opportuno revocare la deliberazione 365  al fine di consentire il raggiungimento degli obiettivi fissati per il servizio sanitario regionale nel triennio 2019-2021” è scritto nelle motivazioni dell’atto del 14 gennaio, additando la durata triennale dell’affidamento ai privati quale elemento in contrasto con il piano di “reinternalizzazione” dei servizi, previsto da una intesa siglata tra i vertici regionali e i sindacati il 10 giugno 2019. Motivazioni più che condivisibili, incomprensibilmente sottovalutate al momento della pubblicazione della prima delibera che, a dire il vero, non è firmata dal direttore generale dell’Ares 118 Maria Paola Corradi ma, in sua vece, è siglata dal direttore amministrativo Guglielmo Di Balsamo. Difficile però pensare che un provvedimento di tale portata fosse ignorato dalla manager aziendale che ha comunque preso in mano la situazione fissando un imminente incontro con i sindacati il prossimo 17 gennaio. Si tenterà di accelerare il processo di riassorbimento dei servizi di emergenza appaltati ai privati, che attualmente coprono il 50 per cento degli interventi ma la strada è in salita.     

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