Tiroide, largo a terapie mini-invasive

Ingresso-Ospedale-Regina-Apostolorum-Albano-Laziale-1Patologia tiroidea fra certezze e zone grigie. Nel workshop “2^ ThyroidUpToDate 2014”, tenutosi ad Ariccia il 3 e 4 ottobre e promosso da Enrico Papini – direttore di Endocrinologia e malattie metaboliche, dell’ospedale “classificato” Regina Apostolorum di Albano Laziale – sono state affrontate tutte le tematiche legate all’uso di nuovi strumenti chirurgici, attualmente disponibili, che hanno fortemente ridotto il danno estetico e il rischio di complicanze. I noduli tiroidei interessano circa il 25% della popolazione italiana e sono una delle malattie endocrine più comuni; colpiscono la tiroide, ghiandola che produce ormoni essenziali per il benessere dell’individuo. Il 90% dei noduli tiroidei sono benigni e sono correlati a bassa concentrazione di iodio nell’ambiente, elemento fondamentale per la produzione degli ormoni, e a familiarità. Nel caso di noduli maligni le cause sono ancora la familiarità ma, più importanti, anche l’esposizione a radiazioni o a trattamenti terapeutici come la radioterapia della testa e del collo. La maggior parte dei noduli tiroidei benigni rimane stabile nel tempo e non necessita di trattamenti, se non un costante monitoraggio. Alcuni tuttavia, tendono a crescere progressivamente e a causare sintomi locali, in questi casi si tende a limitare gli interventi chirurgici ai soli pazienti che presentano ipertiroidismo o sintomi compressivi non altrimenti gestibili. “Gli strumenti chirurgici attualmente disponibili – ha dichiarato Enrico Papini – hanno fortemente ridotto il danno estetico e il rischio di complicanze. Inoltre, lesioni benigne meno complesse possono essere ora trattate con nuove terapie mini-invasive che permettono di ridurne il volume senza necessità di anestesia generale e di ricovero in ospedale. Tutti questi metodi hanno inoltre il vantaggio di distruggere una minima parte del tessuto tiroideo permettendo quindi di preservare la funzione ghiandolare della tiroide. Le stesse tecniche portano ad una diminuzione significativa e persistente del volume dei noduli e dei sintomi”. Novità sono state annunciate anche in campo di terapia sostitutiva, che consentono ora di ricorrere a nuove soluzioni terapeutiche. La levotiroxina, ormone sintetico della tiroide, terapia principale per l’ipotiroidismo che deve essere seguita per tutta la vita con modalità rigorose, potrà essere somministrata in soluzioni diverse che permettano un migliore assorbimento del principio attivo e una migliore aderenza del paziente alla terapia grazie alla facilità di assunzione.

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