“Sanità: si deve uscire dal commissariamento”

Giuseppe SimeoneGiuseppe Simeone, consigliere Pdl della Regione Lazio lancia la sua proposta per la sanità.

Consigliere, lei ha lanciato un grido d’allarme sulla riduzione di servizi del 118 di Latina. Che risultati ha prodotto?
Il mio “grido di allarme” in merito alla situazione dell’Ares 118, a seguito della riorganizzazione del servizio sul territorio, non mi sembra sia stato ascoltato. Non rilevo alcuna inversione in merito e, soprattutto, nessun cambiamento su un punto che ritengo fondamentale come la presenza di un medico su tutte le ambulanze in servizio, elemento che ritengo imprescindibile per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini, diritto che va tutelato a ogni costo e non può essere oggetto di tagli indiscriminati o di fantomatici risparmi.
La nomina del dottor Spata al 118 fa pensare, se non a un commissario, a una sorta di ‘amministratore di sostegno’. Ci dica se la reputa efficace.
Sono stato felice della nomina del dottor Spata a sub commissario dell’Ares 118. Mi auguro che prenda atto della situazione che si è venuta a creare sul territorio a seguito della riorganizzazione e che prenda immediati provvedimenti per correggere quella che ritengo essere una stortura rispetto ai criteri di efficienza ed efficacia del servizio di emergenza – urgenza.
Lei si batte molto per Latina e la sua provincia, come venir fuori dall’emergenza ospedali? Le cito alcuni casi: Fondi, Terracina, Sezze.
Nella provincia di Latina possiamo contare su due Dea di I livello, il Santa Maria Goretti e l’ospedale di Formia. Si tratta di due strutture, una servizio dell’area nord e una a servizio dell’area sud del nostro territorio, intorno al quale ruotano i piccoli presidi ospedalieri che hanno il compito importantissimo di dare un adeguato servizio primario all’utenza e che devono intendersi complementari e non in concorrenza tra loro. Il lavoro da svolgere per i Dea di I livello è comunque ancora molto. L’obiettivo deve essere garantire posti letto e tecnologia di avanguardia per i pazienti, abbattere le liste d’attesa, evitare le migrazioni verso ospedali romani o di altre regioni e, soprattutto, riportare almeno a Latina il Dea di II livello.
Commissario alla sanità, sub commissario, cabina di regia, commissione Politiche sociali e della salute. Chi comanda realmente in sanità?
Il nodo da sciogliere è proprio questo. Spesso quando ci sono troppe persone a comandare le decisioni vengono assunte con ritardo o rimandate a data da destinarsi. Credo che per risolvere il gap sanità nel Lazio il passaggio obbligato sia uscire dal commissariamento e tornare alla gestione ordinaria e l’attribuzione delle competenze al consiglio e alla Regione Lazio.
Zingaretti lavora sui grandi progetti; ci elenchi tre provvedimenti da assumere subito per salvare la sanità del Lazio.
Ribadisco quanto detto in precedenza: l’unico progetto su cui si deve puntare è uscire dal commissariamento. Ogni sforzo deve essere concentrato su questo. Dopo di che devono essere valorizzate le eccellenze e i presidi sanitari territoriali facendo leva sull’eliminazione degli sprechi, l’incentivazione delle risorse e la garanzia di un servizio di qualità ai cittadini. Tutti obiettivi che finché saremo privati della possibilità di scegliere restano solo parole.
È stato presentato il piano regionale per il governo delle liste di attesa, quali sono secondo lei luci ed ombre del progetto?
Diversi sono gli interventi previsti dal piano tra cui tempi certi, limiti all’intramoenia, pacchetti di cura, diagnostica in funzione 12 ore, una programmazione in base alle priorità e alle criticità dei pazienti. Questi sono elementi positivi che possono migliorare il servizio agli utenti, tuttavia resta anche in questo caso il limite imposto dal blocco del turn over che renderà difficile l’estensione dell’utilizzo delle apparecchiature.

Commenti Facebook:

Commenti