Sanità, cercasi assessore disperatamente

Sui quotidiani, passata quasi sotto silenzio rispetto alle notizie poco confortanti che provengono dal Gemelli, è la vicenda della Asl di Frosinone, in cui migliaia di utenti defunti risultavano ancora negli elenchi degli iscritti per un mancato aggiornamento dell’anagrafe sanitaria. Due casi apparentemente diversi tra loro. Un preoccupante problema di salute pubblica da una parte, un dissesto amministrativo dall’altra. Due casi vicinissimi nella sostanza: la sanità è senza controllo.

Comprensibilissimo, considerato che da giugno 2008, negli uffici romani di via Rosa Raimondi Garibaldi manca l’ assessore e, per quanto muniti di buona volontà, i presidenti-commissari ad acta per il rientro del deficit, più che amministrare l’emergenza non possono. Tenere sotto controllo ogni piega di un sistema tanto complesso, con risorse dissanguate, senza una figura di riferimento e un team di professionisti in grado di programmare, progettare, ascoltare i pareri degli esperti oltre che risparmiare, produce i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. In una fase tragica per il Paese, in cui si cerca di far quadrare i conti ad ogni modo, praticando tagli alle prestazioni, chiusure di servizi anche essenziali, proponendo ticket esorbitanti, qualcuno – magari con stipendi da dirigente e oneri accessori per il “conseguimento degli obiettivi”, per usare il gergo burocratese – si permette di non controllare, aggiornare, depurare le liste dei cittadini non più appartenenti all’azienda sanitaria perché nati nel 1873! Nel caso del Gemelli, riteniamo si tratti di una tragica fatalità il contagio avvenuto tra infermiera e piccoli ricoverati al nido. Ciò non cancella responsabilità della struttura, se queste verranno riscontrate dalle indagini in corso ma le polemiche, le inchieste, la comprensibile apprensione dei genitori dovrebbero indurci a sollecitare l’applicazione di nuove linee guida che, a quanto sembra, sono ancora in attesa di approvazione in Conferenza Stato Regioni. Sorprendente è scoprire che in alcune Asl regionali il medico competente – cui spetta il controllo periodico sullo stato di salute di tutti i dipendenti – non è presente causa blocco delle assunzioni per i noti problemi di deficit. Sarebbe stato sufficiente che i dirigenti di tali aziende applicassero le deroghe previste dalla Finanziaria 2008 per le figure infungibili. La Tbc riemergente in alcuni Paesi, fu segnalata dal 1993 dall’OMS quale grave problema di sanità pubblica e, sebbene in Italia sia patologia relativamente rara, nel 1999 furono emanate le linee guida, seguite da una indagine, nel 2002 che evidenziò l’assenza, in molte aree italiane, di programmi di controllo “solidamente strutturati”. A seguire, manuali operativi, documenti con obiettivi strategici, conferenze, nuove linee guida nel 2010 con raccomandazioni sul controllo della malattia che, nelle regioni, debbono ancora tradursi in atti concreti. Più che contestare la commissione di esperti da poco insediata, dovremmo morderci i gomiti per non averla attivata prima.

 

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