Pronto soccorso, cronache di ordinaria attesa

attesa pronto soccorsoOspedale San Giovanni: la lotta contro il sovraffollamento in pronto soccorso e osservazione breve nasce da qui. Tutto iniziò il 9 febbraio 2009 quando i medici dello Spes – Sindacato professionisti dell’emergenza sanitaria – guidati da Massimo Magnanti, promossero una clamorosa protesta davanti al nosocomio, con grande clamore mediatico. A questa seguirono altre manifestazioni, convegni, allarmi lanciati continuamente da Magnanti. “Ogni giorno – sosteneva all’epoca il segretario dello Spes – tra i 400 e i 500 pazienti stazionano nelle lettighe dei pronti soccorsi del Lazio. Per loro non ci sono posti letto disponibili così possono stazionare in barella anche una settimana”. Parliamo di qualche anno fa ma oggi la situazione non è cambiata anzi è destinata a peggiorare, con 237 letti soppressi a Roma dal decreto regionale per la riorganizzazione della rete ospedaliera. Questa volta la rilevazione del disagio la compie Sergio Imperatori, del Tribunale del Malato. É il 27 novembre e la cronaca è questa: “Situazione di grave disagio e non rispetto della sicurezza nella breve osservazione del San Giovanni. Alle 12 i ricoverati nel corridoio sulle barelle sono 14, le ambulanze ferme in attesa della restituzione della barella sono tre. Si sta, in momenti che richiedono riservatezza, in una promiscuità non solo di genere ma di patologie, mentre gli effetti personali giacciono a terra dentro una borsa. Manca la sicurezza, preoccupa l’assenza della bocchetta dell’ossigeno, il sovraffollamento non agevola il delicato lavoro di medici e infermieri, cui non è ammesso neppure un attimo di distrazione, pena serie conseguenze ai malati. Il numero dei ricoverati per metro cubo di spazio, non rispetta la normativa vigente. Questo modo di procedere deve finire. Pretendiamo più rispetto e sicurezza per i pazienti che arrivano in questo reparto. Il decreto 80 del 2010, della giunta Polverini, prevede per l’osservazione breve l’aumento di 20 posti letto, mai attuato. Tale disposizione è stata riaffermata dalla giunta Zingaretti, ma a tutt’oggi non se ne vede l’applicazione. Cosa aspetta il nuovo Direttore generale a porvi rimedio? I ricoverati in barella nel corridoio attendono una risposta che metta fine a questa indecente situazione. Attendiamo di incontrare il direttore generale Ilde Coiro per capire quali provvedimenti intenda assumere e comunque, il Tribunale per i diritti del malato continuerà a monitorare il reparto, informando i cittadini e le istituzioni competenti sui risultati registrati”.

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