Ospedale dei Castelli: fondi per il completamento

Nuovo Ospedale dei Castelli: con 25milioni si completa l’opera. Con la determina G04996 del 4 maggio 2021, la direzione regionale salute, grazie alle risorse del piano decennale di edilizia sanitaria ex articolo 20 della legge 67 del 1988, relativo alla terza fase, ha destinato fondi per il completamento delle infrastrutture e sistemazioni esterne del nosocomio, insieme alla segnaletica e alle reti tecnologiche poste nel perimetro della grande opera che ha rivoluzionato la sanità dei Castelli romani, con una significativa rimodulazione dei servizi della Asl Roma 6. L’idea del nuovo ospedale, per accentrare tutte le funzioni prima assolte dai più piccoli nosocomi di Genzano, Ariccia, Albano nasce negli anni Novanta ma ha una lunga gestazione. Per gli oltre 30mila residenti, che l’estate lievitano, ha significato la rinuncia a servizi di prossimità, allungando i tempi degli spostamenti. Il sito prescelto in località Fontana di Papa, al chilometro 11,5 della via Nettunense è prossimo ad Anzio, località dello sbarco alleato nella Seconda Guerra Mondiale, per questo è stato oggetto di bonifica dagli ordigni bellici inesplosi. Ne sono stati rinvenuti un migliaio e, insieme ai sondaggi archeologici, le operazioni si sono trascinate fino al 2013 anno di effettivo inizio dei lavori che, al contrario, hanno fatto registrare tempi record. Aperto, in parte, il 18 dicembre 2018 l’ospedale a mano a mano ha ampliato l’offerta, grazie anche all’apporto di un gruppo di lavoro noto come “Giano”, con figure professionali di tutti i profili in grado di recepire i fabbisogni di salute presenti e proiettarli nel futuro con progetti innovativi, proprio in linea con il simbolismo dell’erma bifronte. Un segno importante nel paesaggio, secondo alcuni poco impattante, quell’edificio compatto di 60mila metri quadrati distribuiti su tre livelli, su un’area di 15 ettari che, nelle intenzioni dei progettisti dovrebbe diventare un parco per cui probabilmente serviranno ulteriori stanziamenti. All’interno gli spazi sono organizzati in modo razionale, tanto da poter permettere la realizzazione di un’area in cui i pazienti, dal 2019 possono incontrare i propri animali d’affezione, cani gatti e conigli, in applicazione della “Pet therapy”, che sembra avere ripercussioni altamente benefiche per i degenti.  

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