Medici di famiglia: è un continuo stillicidio di abbandoni. Nel 2021 il numero di medici di medicina generale in servizio era di 40.250, pari a 2.178 professionisti in meno rispetto al 2019. Entro il 2031 l’Enpam prevede che altri 20.000 andranno in quiescenza, assottigliando sempre di più la schiera degli occupati. A livello nazionale e locale sono state attuate in passato misure tampone: aumento dell’età pensionabile a 72 anni e possibilità di aumentare il numero degli assistibili. Secondo il segretario nazionale Sanità Ugl Gianluca Giuliano (nella foto), si tratterebbe di “Soluzioni estemporanee e figlie del momento, non certo di una programmazione attenta alle esigenze dei medici di base e dei cittadini. L’emorragia non si arresta – continua con preoccupazione il sindacalista – e il futuro, se non si invertirà la tendenza, è a tinte ancor più scure”. La dichiarazione, a commento dei dati forniti dalla Fondazione Gimbe, che si occupa di medicina basata sulle evidenze cliniche e fa seguito a numerosi allarmi lanciati dal sindacalista, preoccupato perché si va riducendo per gli italiani “il diritto alle cure e a una adeguata assistenza. Quello che, nel passato, era il punto di riferimento delle famiglie per le cure primarie – ribadisce Giuliano – oggi sembra essere una figura relegata alle pagine dei libri di storia”. In tal senso i numeri sono impietosi, nonostante il lento aumento delle borse di studio, il ricambio generazionale sarà coperto solo per il 50% delle unità utili a coprire il fabbisogno nazionale, secondo le rilevazioni Ugl. “Il Ministro Schillaci ha mostrato attenzione a questo fronte di crisi garantendo interventi urgenti – ha chiarito il sindacalista – attraverso nuovi e più stimolanti percorsi formativi, come la nostra sigla auspicava già mesi addietro, per rendere maggiormente attrattiva la professione”. Ora si attendono azioni concrete, che accompagnino la presa d’atto di una situazione che deve vedere al centro la riforma della medicina territoriale.

 

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