La questione aborto continua ad essere al centro dell’attenzione. Sulla inadeguatezza dei servizi offerti alle donne che scelgono di interrompere la gravidanza, si esprime Eleonora Mattia, presidente della commissione Pari opportunità del Consiglio regionale del Lazio, dopo la storia raccontata ai quotidiani da una donna che, dopo un aborto spontaneo, è stata collocata nella stanza destinata alle partorienti. “Una situazione di dolore e sconforto – sostiene la presidente – una denuncia giustamente non passata inosservata e bene ha fatto l’assessore alla Sanità regionale, Alessio D’Amato, a procedere con un’analisi e valutazione capillare delle strutture per garantire e verificare qualità dei servizi di presa in carico, privacy, assistenza psicologica delle donne che accedono ai servizi di interruzione di gravidanza”. Mattia fa rifermento allo “stigma sociale che si traduce troppo spesso in inadeguatezza dei servizi offerti, tema che va affrontato alla radice”. In tal senso gli sforzi della esponente Pd sono stati indirizzati ad avere nel Lazio una norma sulla medicina di genere, di cui la presidente si è fatta promotrice, che prevede l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione in materia e sostiene la formazione dei sanitari sul diverso impatto dei generi sulle cure e sulla salute. “Con l’obiettivo di trasferire consapevolezza e competenze acquisite nell’attività professionale – chiarisce Mattia – e arrivare a un approccio personalizzato che tenga conto di tali differenze. Il sostegno ai servizi di prevenzione, promozione del benessere e della salute sessuale e riproduttiva – chiosa Mattia – significa ridurre le diseguaglianze sociali, favorendo accessibilità e adeguatezza delle cure, specie in seno al Servizio sanitario pubblico”.

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