Un lungo applauso ha salutato l’approvazione all’unanimità, di quello che è un provvedimento di civiltà per antonomasia. Il Senato, con 139 voti su 139 presenti, il 5 dicembre ha licenziato il provvedimento “Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone guarite da malattie oncologiche”, che recepisce le indicazioni della Risoluzione Ue del 2022 e restituisce la completezza dei diritti alle persone guarite dal cancro. Un testo snello, di cinque articoli prevede che, superato il tunnel della malattia, i cittadini guariti possono tranquillamente avere accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi, alle procedure concorsuali, al lavoro, alla formazione professionale, alla possibilità di adozione, senza che nessuno possa esigere la consultazione della loro storia clinica. L’Italia si allinea così a Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio e Portogallo, verso un percorso reso possibile grazie alla scienza e all’affermazione di un diritto che viene a colmare un vuoto normativo durato troppo tempo. Un percorso, quello della cosiddetta legge sull’oblio, iniziato nell’autunno del 2022 che ha visto la convergenza, alla Camera dei deputati, in un unico testo di più proposte da parte dei deputati di diversi gruppi. Ponendo uno stop a indagini invasive della vita delle persone guarite e lesive del privato dei cittadini, si allontana definitivamente la possibilità che nel nostro Paese possano sussistere cittadini di serie A e di serie B, sulla base della propria cartella clinica la cui visione, da ora in poi, sarà bandita da parte di qualsiasi soggetto ne faccia richiesta. Trascorsi dieci anni dalla fine delle cure mediche per gli adulti e cinque per chi si è ammalato prima dei 21 anni – tempi secondo i quali l’aspettativa di vita si riallinea a quella normale – tutti saremo uguali di fronte al funzionario di banca che dovrà concedere un mutuo, un assicuratore che stipula una polizza o la commissione di concorso per l’avanzamento di carriera. Al di là della vicenda clinica, una storia che grazie alla certezza che il cancro è un “Male curabile” (copyright Umberto Veronesi), si incammina sempre di più per la giusta strada. “Con l’approvazione definitiva all’unanimità della legge sull’oblio oncologico, che il governo ha fortemente sostenuto, vinciamo una battaglia di civiltà a difesa delle persone guarite dal cancro”, ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto). Spetterà allo stesso ministro, individuare  le eventuali patologie oncologiche per le quali si applicano termini inferiori rispetto a quelli previsti per il diritto all’oblio.

 

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