Idrocefalo normoteso: workshop alla Cattolica di Roma

Uno studio pilota di radiologi e neurochirurghi del policlinico Gemelli – Università Cattolica di Roma, presentato il 13 maggio, apre la strada a nuove prospettive per il trattamento chirurgico di una patologia sommersa e sottostimata che di norma affligge gli anziani. L’idrocefalo normoteso è una malattia ancora largamente sconosciuta tanto che i suoi sintomi, disturbi della memoria, difficoltà nel camminare, incontinenza, sono spesso confusi con quelli dell’Alzheimer, del Parkinson o di altre forme di demenza senile. È un’affezione tipica dell’anziano e rappresenta circa il 5% del totale delle demenze diagnosticate negli  over  65 con una incidenza di circa 7 nuovi casi ogni 100.000 abitanti per anno. Tale stima è verosimilmente in difetto in quanto uno studio epidemiologico norvegese del 2008, proiettabile su scala europea, ha evidenziato che la reale incidenza di tale patologia, se ci fosse una adeguata informazione, potrebbe salire a circa 22 casi su 100.000 abitanti per anno, con una marcata incidenza fra i 70 e gli 80 anni.  A differenza delle altre forme di demenza, che a tutt’oggi rimangono incurabili, l’idrocefalo normoteso è una malattia reversibile con la chirurgia con prospettive di piena guarigione. L’evento è stato organizzato dal Dipartimento di Neuroscienze e dalle Unità Operative di Neurochirurgia e Neurotraumatologia del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, con il patrocinio della Società Italiana di Neurochirurgia.

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