Buon 2021, aspettando Godot

La legge 833 del 1978 di Riforma sanitaria, che il 23 dicembre, nel più assoluto silenzio ha celebrato i 42 anni prevede, fin dall’articolo 1, la partecipazione dei cittadini quale garanzia per l’attuazione del Servizio sanitario nazionale. Da anni seguiamo le vicende degli assistiti, di chi è in fila davanti agli sportelli di una Asl, o è ricoverato in condizioni di disagio o ancora, di chi non riesce ad avere accesso alle cure. Ci aspettiamo, a ogni occasione e con grande fiducia, che qualche associazione di tutela dei diritti si muova in soccorso, che intervenga presso le autorità preposte all’organizzazione sanitaria, magari con un comunicato stampa, una segnalazione ai giornali, una manifestazione o presa di posizione nei confronti di una Regione sorpresa nell’anno appena passato da una pandemia inaspettata e difficile da gestire ma che, in fatto di trasparenza nelle scelte e partecipazione dei cittadini alle medesime, non ha certo brillato. A dispetto delle evidenze, nutriamo però immensa fiducia in una inversione di rotta e ci auguriamo che il 2021 possa segnare una svolta, nel senso di una maggiore apertura e coinvolgimento di tutti coloro, associati e non, che rivendicano diritti sacrosanti nel nome di quello supremo alla Salute. Risale al 20 febbraio 2020 un partecipato “Open day” dall’eloquente titolo “Modello Lazio, per una sanità partecipata”, convocato dall’assessore alla Sanità regionale Alessio D’Amato, in cui furono invitate 60 associazioni di malati coinvolgendo anche le loro famiglie. Si parlò per l’occasione della creazione di una “cabina di regia per la partecipazione”, di cui al momento non registriamo traccia. Ebbene, vorremmo vedere concretamente i cittadini in azione venire incontro a tutti coloro che hanno difficoltà con i servizi sanitari regionali, e non sono pochi. Ci piacerebbe incontrare gli attivisti in un reparto di malati non Covid, in cui i parenti dei ricoverati sono tenuti lontano dai congiunti, o dietro gli sportelli di un Cup, dove non si riesce a prenotare prestazioni per l’accumulo di ritardi dovuti ai mesi più bui della pandemia, o in una Asl dove un assistito non ha vita facile nel districarsi tra le inutili disposizioni burocratiche e il disinteresse di alcuni addetti. Per il 2021, formuliamo a tutti i nostri lettori l’augurio di poter trovare in tutti i presidi sanitari di punta – e non solo nelle cabine di una regia che ancora manca – qualche autentico difensore dei diritti dei cittadini. Buon Anno 2021!     

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