Ci sono ancora 40 milioni di tonnellate di fibra killer da smaltire in Italia. A causa dell’amianto, sono morte almeno 7000 persone nell’ultimo anno ma, da parte delle istituzioni, non c’è ancora una azione decisa per combattere tale flagello. Dalle rilevazioni aggiornate a tutto l’anno 2022, sono stati registrati 2000 casi di mesotelioma con un indice di mortalità al 93%. Un numero di decessi che solo per questa neoplasia sfiora i 1900. Altri 4000 casi di tumore al polmone sono asbesto-correlati con un indice di mortalità dell’88%, e quindi un numero di decessi che sfiora i 3550 e, con le ulteriori patologie asbesto-correlate si giunge a 7000 decessi, con oltre nuovi 10mila casi di malati riferiti al potente killer. Una vera e propria emergenza con 40 milioni di tonnellate di amianto e materiali che lo contengono ancora sparsi qua e là nel nostro Paese. L’allarme è stato lanciato dal presidente dell’Osservatorio nazionale amianto Ezio Bonanni, nel corso della conferenza “Liberi dall’amianto”, che si è svolta il 27 aprile, alla vigilia della “Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro”, nella sala “Caduti di Nassirya” a palazzo Madama, promossa dal dipartimento tutela vittime e dal gruppo parlamentare del Senato di Fratelli d’Italia. Sotto la lente d’ingrandimento gli interminabili procedimenti giudiziari volti a ottenere i benefici per i danni da amianto e i relativi risarcimenti. Soccorre in molti casi, la recente sentenza della Corte di Cassazione 2243/2023, contro ulteriori vincoli posti alla presentazione delle richieste di riconoscimento che stabilisce che il termine temporale apposto non è legittimo. Un passo importante ma non definitivo finché, come sostiene il presidente Bonanni “non sarà attivato un tavolo interministeriale che affronti seriamente la questione smaltimento amianto e i diritti delle vittime”. Per info: https://onanotiziarioamianto.it/sportello-amianto-ona-nei-territori o il numero verde gratuito 800 034 294. (Agr)

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