Asl Latina, è battaglia sulle emergenze notturne

Punti di primo intervento (Ppi): sul litorale pontino e il suo entroterra non è assicurato il soccorso notturno. L’allarme arriva da Franco Brugnola, esperto di sanità e promotore del Comitato per la difesa del Ppi di Sabaudia, che dal 5 ottobre 2020, data dell’ordinanza della Asl che ha previsto la serrata, a partire dalle 8 di sera dei 7 Ppi di Cori, Cisterna, Sezze, Priverno, Sabaudia, Gaeta, Minturno non si è risparmiato nel dare battaglia con note alla Asl, articoli di giornale, perfino esposti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina. La vicenda è annosa, risale a una prima deliberazione dell’azienda sanitaria locale a firma di Giorgio Casati, la numero 1264 che nel gennaio 2020 ha trasformato in Ppi in Pat, punti di assistenza territoriale, motivando tale decisione come una riorganizzazione di tali presidi, che provvedono alle urgenze minori di tipo chirurgico (traumi, distorsioni, fratture minori, ustioni) e medico (coliche, odontalgie, reazioni allergiche, crisi ipoglicemiche). Il colpo di grazia è arrivato con il Covid 19, quando si è deciso che gli operatori dedicati a tale servizio fossero trasferiti nei reparti di assistenza agli infettati, nonostante numerosi provvedimenti di assunzione di personale dedicato. In realtà, il depotenziamento dei servizi territoriali non può essere imputato esclusivamente alle emergenze pandemiche, secondo i cittadini dei vari comitati a tutela della salute. “Lo dimostra l’arcobaleno di offerta – spiegano all’unisono – che sotto il proliferare di acronimi (Mmg, Ucp, Ptp, Ambufest, Cct e altri) nasconde una pericolosa inconsistenza. Perfino le tanto decantate case della salute nella maggior parte dei casi sono poliambulatori a cui è stato cambiato il colore dell’intonaco”, commentano stizziti. Di fatto, l’assistenza di base in un territorio che l’estate raddoppia le presenze con i vacanzieri, secondo i promotori degli appelli alla riapertura lascia molto a desiderare, tanto che ai residenti di molti comuni in provincia di Latina non sarebbe assicurato il soccorso urgente nei venti minuti previsti per legge dal 1996, con le linee guida approvate dalla Conferenza Stato Regioni. “I pazienti di molti Comuni – scrive Brugnola in una nota – non ricevono cure adeguate dai medici né vengono stabilizzati prima del trasporto in ambulanza al pronto soccorso più vicino, mettendo a rischio la vita stessa delle persone. Nonostante tutte le lettere inviate, permane il silenzio da parte della direzione generale della Asl”. Il tutto a epidemia in fase calante, almeno negli ospedali, e con i reparti che stanno tornando alle precedenti specialità, almeno a quanto dichiarano le comunicazioni dei vertici della Regione Lazio. (Nella foto: il Ppi di Sabaudia)

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