Asl di Latina, c’è un nuovo commissario ma non è una novità. La nomina pro tempore al vertice della azienda pontina di Sabrina Cenciarelli, già direttore amministrativo della stessa arriva, in rapida successione, ad altre tre recenti nomine commissariali: Silvia Cavalli che da Latina passa alla Asl Roma 5 Tiburtina, Francesco Amato che dalla dirigenza della sanità calabrese arriva nella Asl più grande di Roma, ovvero la 2, estesa dall’Eur al Casilino-Prenestino e Paola Corradi, che dalla complessa azienda di emergenza Ares 118 trasloca al San Giovanni Addolorata. Un valzer di poltrone, nel complesso labirinto della sanità del Lazio, dove i direttori generali ormai sono diventati figura rara. Su diciassette siti di strutture sanitarie pubbliche, salvo mancati aggiornamenti, ne abbiamo rilevati solo sei, versus otto commissari, che sono in tutti i capoluoghi di provincia e nelle Asl Roma 5 e 6 dell’hinterland, rispettivamente Tivoli, Bracciano e Castelli Romani litorale Anzio Nettuno. Un numero che fa salire la percentuale di commissari della sanità del Lazio, dal 20 del 2023 a quasi il 50 per cento collocandosi ai primi posti, nella classifica delle Regioni italiane con analoga situazione, poco al di sotto delle Regioni del Sud, tutte in regime di commissariamento della sanità e delle Marche, anche queste con alta percentuale di plenipotenziari. Tre sono i direttori facenti funzione in strutture attualmente acefale – Ares 118, Ifo Regina Elena San Gallicano e Policlinico Tor Vergata – mentre le Asl romane 1 e 2 sono commissariate e nella 3 c’è il direttore generale, così come al Policlinico Umberto I (con Fabrizio D’Alba da poco riconfermato) al San Camillo Forlanini e all’Istituto Spallanzani. Un panorama in continua evoluzione, mentre i commissari nominati in attesa della consacrazione a direttore, si trovano di fronte all’ingrato compito di ridurre le liste di attesa, snellire gli accessi in pronto soccorso e, soprattutto per i manager delle Asl, organizzare una assistenza territoriale mai decollata veramente nei distretti sanitari, alle prese con i fondi del Pnrr, le strutture di comunità da realizzare e dotare di risorse. In sintesi: si tratta di ricostruire la sanità del Lazio dopo decenni di difficoltà, dovute al commissariamento concluso nel 2022 ma con un piano di rientro dal deficit sempre attuale e i bilanci delle aziende sanitarie e ospedaliere con un disavanzo importante, pesante eredità irrisolta.

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