Ventennio: salute e ideologia

Nel maggio 1927 Benito Mussolini, in un allarmante discorso, illustrava le “cifre terribili” della tubercolosi e mobilitava lo Stato, la scienza, le istituzioni di assistenza e previdenza alla lotta contro il male. Un mese dopo i consorzi provinciali antitubercolari divennero obbligatori. Nell’ottobre dello stesso anno fu emanato il decreto che rendeva obbligatoria l’assicurazione contro il mal sottile, già annunciato mesi prima nella Carta del Lavoro. Dal campo assistenziale – che aveva visto scarsi risultati – la Tbc passò al campo previdenziale, con cui si sopperiva alla precedente insufficienza di risorse, dando vita a una imponente opera di realizzazione di ospedali sanatoriali per 20 mila posti letto. A Roma, in particolare, grazie allo stanziamento di 3 milioni di lire da parte della Confederazione fascista degli industriali fu creato un Istituto per lo studio e la terapia delle malattie polmonari, da affidare alla direzione del professor Eugenio Morelli, già allievo di Carlo Forlanini, inventore nel 1882 dello pneumotorace. I risultati di tale intervento, sono sintetizzabili nelle statistiche che vedono in dieci anni, a partire dal 1924, la mortalità più che dimezzata. Sul piano normativo, oltre al citato Testo unico delle leggi sanitarie del 1934, si provvede nello stesso anno con decreto-legge alla istituzione della Federazione nazionale delle Casse mutue per i lavoratori dell’industria. Una medicina sociale che, nelle intenzioni del governo doveva diventare corporativa, provvedendo all’assistenza dei lavoratori meno abbienti. Sempre nel ’34 nasce l’Istituto di sanità pubblica, diventato poi Istituto superiore di sanità, con organi e uffici collegati.  gente con il Testo unico del 1934. Organizzazione amministrativa e professioni sanitarie, igiene ambientale e lotta alle infezioni, polizia veterinaria e mortuaria costituiscono i punti cardine del provvedimento. Lo stato totalitario interviene con tutti gli strumenti a disposizione per il controllo sull’igiene e la salute dei propri cittadini, attuando quel dirigismo sanitario che nelle istituzioni e nella collettività produrrà effetti imperituri.

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