Umberto I: un restyling lungo dieci anni

umberto-IIl policlinico Umberto I torna a nuova vita: con 220 milioni stanziati con legge 104 del ‘98 e 90 della Regione Lazio, il 50 per cento del nosocomio romano sarà riqualificato, rinnovando 17 edifici sui 39 presenti, tra cui il Dea, il blocco operatorio, le terapie intensive. I lavori riguarderanno circa 728 posti letto sui 1235 totali, 80mila metri quadri su 200 mila. Entro due anni dovrebbero aprire i cantieri, i cui lavori non termineranno prima di dieci anni. Alla soddisfazione dei vertici regionali, universitari e aziendali, fanno da contraltare perplessità di alcuni esponenti politici. “E’ indubbia l’importanza del processo di riqualificazione del Policlinico Umberto I, ma è fantastica la prodezza comunicativa con cui si maschera il fatto che l’ospedale perderà 250 posti letto, che la regione Lazio spenderà più di 90 milioni di euro e che i cittadini utenti non vedranno la realizzazione degli interventi annunciati prima di dieci anni – obietta il consigliere regionale Pietro Sbardella – Zingaretti va avanti con tagli di nastri, firme di misteriosi protocolli, convenzioni in piena solitudine, mentre i cittadini affollano i pronto soccorso e si è costretti a chiedere posti letto in prestito ai privati”. Sul tema si esprime anche la segreteria provinciale di Roma del sindacato Fials: “L’ennesimo grande evento mediatico – dichiara una nota – di cui i cittadini del Lazio non hanno bisogno. Abbiamo denunciato l’appalto delle gallerie ipogee prima che fosse aggiudicata la gara, segnalando all’allora presidente Marrazzo criticità di cui non fu tenuto alcun conto: fossimo stati ascoltati ci sarebbe stato il sequestro. Sull’attuale progetto ravvisiamo problematiche di procedure e di merito. Sul preliminare non si è ancora espresso il soprintendente – continua il comunicato – in attesa della Conferenza dei servizi, contrariamente a quanto previsto dall’articolo 95 del Codice degli appalti, così come lo stesso decreto 163 del 2006 non giustifica le ragioni di “estrema urgenza” richiamate nella delibera aziendale 83 del 2012 con cui si autorizza l’operazione”. Il sindacato contesta la mancata indicazione nell’elaborato, della riqualificazione delle reti energetiche, impiantistiche, l’adeguamento sismico degli edifici e il costo di apparecchiature e arredi. “Tra tempi di aggiudicazione e lavori in corso la struttura sarà completata, soltanto per metà, a fine 2030”, paventano i sindacalisti. Per quanto attiene alle risorse, per l’Umberto I negli ultimi quindici anni si sono investiti 75 milioni di euro per manutenzione straordinaria; 2,4 milioni di euro sono stati spesi, per progetti poi cestinati, perché non compatibili coi vincoli storico-architettonici del nosocomio.

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