Spesa sociale, priorità in pericolo

Servizi sociali: è allarme tagli. Il sindaco di Roma capitale Gianni Alemanno con la vicesindaco Sveva Belviso, hanno illustrato, in una conferenza stampa dello scorso 20 febbraio, le difficoltà derivanti dai tagli al sociale previsti dalla spending review. Ammonta a più di 2 miliardi la sforbiciata a tutti i comuni italiani prevista dagli implacabili ragionieri governativi per il 2013. Roma capitale dovrebbe essere penalizzata con una cifra oscillante tra i 190 e i 240 milioni di euro. “Occorre aprire subito un tavolo per rivedere i tagli previsti – ha tuonato il sindaco Alemanno – ma anche per stabilire un vincolo di solidarietà sociale che permetta di definire standard minimi di assistenza. Siamo disponibili ad accettare trasferimenti vincolati alla spesa sociale”. Secondo l’amministrazione capitolina la riduzione di risorse si somma a provvedimenti similari del passato che minano la sostenibilità del settore assistenziale. La vicesindaco ha elencato le principali voci di spesa del Campidoglio, enumerando alcuni dei servizi offerti. “La spesa sociale è sempre stata la nostra priorità”, ha precisato Belviso, chiarendo che l’aumento della richiesta di prestazioni deriva dalle nuove forme di povertà cui l’amministrazione ha fatto fronte con l’emissione della “Carta Roma” a 36 mila richiedenti il contributo. Preoccupazione è stata espressa dal sindaco, in particolare, per prestazioni legate all’obbligo di legge per cui si affida ai primi cittadini la responsabilità della tutela dei minori non accompagnati. L’intervento economico legato a tale adempimento, ancorché insufficiente, è stato erogato fino a dicembre 2012 e poi sospeso, con grave rischio per la prosecuzione dell’imprescindibile servizio. Per questo il primo cittadino ha inviato una lettera al prefetto e al ministro dell’Interno, in cui annuncia l’impossibilità di garantire le prestazioni connesse. Intanto le associazioni del privato sociale offrono al Campidoglio le proprie ricette per risparmiare: sospensione del bando che istituisce un servizio informativo e di sostegno per cittadini fragili, ritenuto ridondante rispetto all’assistenza offerta da municipi e patronati e interruzione del controllo elettronico del servizio di assistenza domiciliare attraverso appositi braccialetti per la “geolocalizzazione” degli operatori.

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