Si è insediato da soli tre mesi alla guida dell’Istituto romano di San Michele – già Ipab istituzione di pubblica assistenza ora Asp, azienda servizi alla persona – ma il presidente Giovanni Libanori ha le idee chiare: trasformare l’antica istituzione in un modello avanzato di welfare di prossimità, valore aggiunto per il quartiere di Tor Marancia e per tutta Roma. Già consigliere Cotral, assessore e vicesindaco di Nemi, ridente centro dei Castelli Romani, Libanori coadiuvato dal direttore generale Fabio Liberati, ora si cimenta con  la cittadella di piazza Tosti: 120mila metri quadrati e 12 palazzine bisognose di restauro, una realtà che avverte l’impellente bisogno di essere riorganizzata. Le linee di intervento sono state tracciate nel primo Consiglio di amministrazione del nuovo anno: “Prospettiva e ambizione dell’Asp San Michele – ha esordito il presidente – è che possa diventare sempre di più un modello avanzato di welfare di prossimità teso al miglioramento costante dei propri servizi. In sintesi: una moderna azienda pubblica di servizi alla persona”. Si inquadrano in tal senso i rapporti di collaborazione tra Asp e assessorato regionale ai Servizi sociali, disabilità, Terzo settore e servizi alla persona, concretizzatosi con la recente visita del 13 dicembre dell’assessore Massimiliano Maselli al grande complesso. Il primo tassello di una rete di interventi coordinati, che ha acquisito maggiore forza dall’accordo di collaborazione con il dipartimento Politiche sociali e salute del Comune di Roma, per realizzare gli interventi con risorse del Pnrr denominati “Un tetto con cura” e “ReseT”. I progetti sono rivolti a individui e nuclei familiari in situazione di estrema difficoltà, a cui fornire assistenza temporanea fino a 24 mesi, attraverso l’alloggio in piccoli gruppi di appartamenti sul territorio, con 30 iniziative specifiche e 900 beneficiari, con un importo attribuito pari a 6milioni 390mila euro. Una iniziativa che evoca le ragioni per cui la più grande Azienda pubblica di servizi alla persona di Roma, per rilevanza patrimoniale e attività di assistenza svolta, prese vita. Dal 1938, anno di nascita dell’Istituto per volere del regime di incentivare le Opere pie, andando a ritroso nella secolare storia del San Michele, l’assistenza ai più bisognosi non venne mai meno. Dall’intuizione di Papa Sisto V nel 1587, che creò l’istituto di beneficenza per combattere l’accattonaggio, il complesso realizzato su progetto dell’architetto Alberto Calza Bini è stato un punto di riferimento nei primi decenni del Novecento: laboratori-officina, scuole di taglio e cucito, mensa per i bisognosi. E oggi si appresta, per dirla con il presidente Libanori, a “mettersi a servizio delle fasce più deboli e svantaggiate della popolazione”. In nome di una efficienza e una organizzazione tali da cambiare volto all’assistenza. (Nella foto: Sala Consiglio del San Michele)

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