Al San Camillo se ne parla dalla fine degli anni Novanta e il 1° marzo 2024 l’Udi – unità di degenza infermieristica – è diventata realtà. Un reparto completamente affidato agli infermieri, nell’ospedale romano sulla Gianicolense, di alleggerimento delle altre divisioni destinate agli acuti. Ospiterà pazienti le cui condizioni generali sono stabilizzate e il cui quadro clinico, dopo il ricovero nelle specialità tradizionali, si presenta a non elevata complessità. Una post-acuzie destinata ad accogliere persone parzialmente e/o temporaneamente non autosufficienti o affette da patologie croniche, in attesa di essere trasferite in idonea struttura o non ancora pronte ad affrontare il rientro al proprio domicilio. In sintesi: quello che manca alla nostra sanità, in una società in cui età media e cronicità sono in costante aumento; una continuità assistenziale le cui ricadute, nel tempo, potrebbero favorire la riduzione di accessi in pronto soccorso. Soprattutto l’unità di degenza infermieristica è un primo tassello di collegamento dell’ospedale con quella medicina territoriale che stenta a decollare, di cui l’infermiere di famiglia dovrebbe essere il cardine. Si avvia così un percorso che dovrebbe assicurare sempre più al San Camillo, ospedale con dipartimento emergenza accettazione di secondo livello (ad elevata complessità), l’immagine di nosocomio per le emergenze e il trattamento di pazienti critici da esaminare con urgenza. Una sana spinta, per far decollare i reparti affidati esclusivamente agli infermieri, e stata la pandemia da Covid, situazione emergenziale per gli ospedali, che si sono affidati a strutture di accoglienza intermedie, con persone colpite dal morbo con implicazioni non gravi, in cui la gestione era affidata a tale figura professionale. Le linee di indirizzo, per i reparti infermieristici, risalgono al 20 dicembre 2014, illustrate in un decreto dell’allora commissario ad acta per la Sanità Nicola Zingaretti ma le disposizioni trovarono subito un ostacolo da parte di alcuni sindacati medici, che annunciarono ricorso, reputando tale gestione “non idonea a garantire la sicurezza dei pazienti”. Superati gli appigli giuridici, dopo varie sentenze, le Udi sono diventate realtà nelle case della salute e in una importante realtà sanitaria quale la Terza clinica chirurgica del Policlinico romano Umberto I. Per il San Camillo, la divisione infermieristica assume un valore aggiunto in più, con il vicino Forlanini chiuso dal 2015, per cui i cittadini chiedono la riconversione a Rsa e degenza per la post-acuzie. Potrebbe essere una delle opzioni da sottoporre alla Regione Lazio, considerata la assoluta insufficienza di 18 posti letto per le emergenti patologie croniche legate alla Terza età.

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