Il problema non è di poco conto. Si tratta di superare norme contrattuali cristallizzate per il personale dell’Azienda regionale di emergenza sanitaria (Ares) 118 ma, da parte della commissione Lavoro e formazione, del Consiglio regionale del Lazio presieduta da Angelo Tripodi, c’è la massima apertura e l’impegno “per tutelare i posti di lavoro”. Analoga intenzione è stata espressa dalla presidente della commissione Sanità della Pisana, Alessia Savo, che plaude al tavolo di confronto aperto tra gli esponenti regionali e le organizzazioni sindacali e parla “dell’inizio di un percorso giusto”. Un confronto che ha avuto la sua importante espressione nell’audizione del 29 febbraio scorso, che ha visto al centro della discussione il futuro di 133 lavoratori impiegati nelle società private che attualmente gestiscono il servizio di soccorso. La storia nasce da lontano: nel 2021 inizia il percorso che condurrà all’acquisizione del gruppo di postazioni – più o meno 14 – e delle ambulanze ancora gestite da privati in seno all’azienda pubblica regionale Ares 118. Sono 133 gli operatori interessati al passaggio, con la qualifica di autista e barelliere ma, tra le qualifiche, non si registra una uniformità di trattamento. Per i primi sarà bandito un concorso, ma il contratto prevede un’esperienza lavorativa di cinque anni per l’assunzione nel pubblico, requisito che molti dei conducenti in questione non possiedono. Per i barellieri, invece, è prevista l’assunzione diretta dai centri per l’impiego e quindi, paradossalmente, per entrare nel personale Ares 118, dovrebbero prima licenziarsi e iscriversi al collocamento. Per gli infermieri, invece, è già partito il concorso, con punteggi maggiori per i lavoratori già in servizio, grazie ai titoli pregressi acquisiti. Si tratta, in particolare, degli operatori attivi presso le postazioni di soccorso della provincia di Latina, alla cui internalizzazione plaudono i sindacati presenti all’audizione. Per Giancarlo Cenciarelli, (Cgil), Marco Giobbi (Cisl), Claudio Benedetti (Uil, Armando Valiani (Ugl), Angelo Cristini (Fials) e Davide Favero (Clas), è positivo il cammino iniziato ma “occorre trovare un meccanismo che permetta di assorbire i 133 lavoratori che assicurano il servizio”. Tutti d’accordo sulla gestione pubblica quindi, garantendo inderogabilmente i posti di lavoro. Ha rassicurato il direttore generale Ares Paola Corradi, presente all’incontro, annunciando 700 assunzioni nel corso del 2024, con le quali il problema sarebbe superato. “A patto – ribadiscono le organizzazioni sindacali – che si operi una modifica contrattuale volta a superare l’anzianità maturata dei cinque anni per gli autisti e l’assunzione dei barellieri tramite centro per l’impiego”. Esempio concreto delle difficoltà del transito fra privato e pubblico, lo ha fornito il  consigliere Fabio Capolei (FI), che ha riportato il caso dei 15 operatori di Terracina – fra le prime postazioni che torna a essere gestita dal pubblico – per cui ha auspicato “una proroga per cercare la soluzione migliore”. “Percorsi precisi per tutelare tutti i dipendenti” sono stati chiesti anche da Eleonora Mattia (Pd). Ora spetta alle istituzioni, garantire il diritto alla conservazione del posto di lavoro, nel rispetto dell’articolo 1 della Costituzione.

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