Felice, emozionato, assediato dai microfoni il neo presidente della Regione Lazio, fa appena in tempo a esprimere la sua soddisfazione per il clamoroso risultato – la vittoria netta con il 52,8% contro il 34,1% di Alessio D’Amato – che subito viene mitragliato con domande sulla sanità. “Partiremo in primo luogo dalla riorganizzazione del pronto soccorso, per restituire dignità ai cittadini” assicura alla folla di giornalisti che assediano il comitato elettorale. Avverte un forte senso di responsabilità l’avvocato, quella che “i cittadini ci hanno voluto affidare per risollevare una sanità che è stata resa troppo distante”. E ribadisce il concetto, attribuendo all’amministrazione Zingaretti la gestione di una politica troppo lontana dalla collettività. “Vogliamo restituire alle persone un senso di fiducia, sviluppare la partecipazione democratica, per questo costruiremo una squadra di governo straordinaria. Abbiamo voglia di fare e fare tanto e bene” conclude, con un pensiero al robusto programma di governo della sanità che lo attende. In estrema sintesi: lotta alle liste d’attesa; riordino dei reparti dell’emergenza e dei servizi territoriali per le cure primarie; informatizzazione della ricerca posti letto in pronto soccorso e delle prenotazioni ambulatoriali del Recup, con inserimento delle agende del privato accreditato per ampliare l’offerta; programmi di prevenzione per la lotta ai tumori; rafforzamento della medicina territoriale investendo sui medici di famiglia, i pediatri di libera scelta e la specialistica ambulatoriale; potenziamento della telemedicina e dell’assistenza domiciliare per i pazienti cronici; attivazione della farmacia dei servizi; potenziamento dei servizi di assistenza residenziale per le patologie mentali e incremento di posti letto nei reparti ospedalieri, istituzione del fondo per il sostegno psicologico; lotta alle infezioni ospedaliere, ai disturbi alimentari, assistenza ai malati rari; riequilibrio dell’offerta tra le strutture di Roma e provincia, potenziando queste ultime. Negli intenti di Rocca, oltre a robusti programmi di prevenzione, c’è il rilancio delle strutture storiche della capitale come ad esempio il Cto Alesini e il San Filippo Neri. Tutta da definire la sorte del Forlanini, che per l’avvocato manager sanitario “deve essere restituito alla sanità regionale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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