“Incauto affidamento” e “tardiva denuncia”, sono queste in sintesi le gravi imputazioni addebitate alla Regione Lazio, in merito alla gestione del funambolico acquisto di mascherine di protezione nella prima fase dell’emergenza pandemica. A pronunciare il verdetto, il procuratore regionale Pio Silvestri, che ha rimarcato il “danno a carico della Regione Lazio a seguito dell’incauto affidamento di forniture di Mascherine anti-Covid, per un totale di 9,5 milioni di pezzi a una piccola società in difficoltà finanziarie e poi fallita”. In sintesi, e per ricordare, stretti dall’emergenza e pressati dalla necessità di fornire dispositivi di protezione agli operatori sanitari, i vertici della Regione Lazio – amministrazione Zingaretti, e della Protezione civile affidata a Carmelo Tulumello – si rivolsero per l’acquisto alla Eco.Tech, piccola società della provincia di Roma priva di solidità economica e con nessuna esperienza in materia di dispositivi sanitari, essendosi fino allora occupata di lampade e illuminazione. Resisi ben presto conto dell’errore commesso, gli amministratori piuttosto che riparare all’accaduto e tentare di recuperare l’anticipo versato alla società pari a 11milioni e 776mila euro, preferirono tergiversare parlando di notizie false diffuse dall’opposizione che denunciò tempestivamente l’accaduto. Di “tardiva denuncia” da parte della Regione, parla il procuratore Silvestri, nella relazione illustrata nella cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti del Lazio il 24 febbraio.  “Con atto di citazione – continua il magistrato contabile – il danno patito dalla Regione Lazio è stato quantificato con riguardo all’anticipo versato alla società affidataria e non recuperato per un importo di 11.776.662,20 euro”. Specificando, nelle conclusioni, che da parte della Corte dei conti, che nel 2022 ha aperto 700 istruttorie recuperando 32 milioni, ci sarà la massima attenzione e vigilanza sulla spesa sanitaria e gli appalti pubblici.

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