La prossima vita dell’ospedale fantasma

copertina ridottaeditedUna struttura psichiatrica forse lo diventerà sul serio. L’ospedale della Bufalotta non molti lo conoscono come tale: l’immaginario collettivo lo vede come ex manicomio. In realtà, la struttura situata nel quartiere ora noto come Porta di Roma, nella magnifica riserva conosciuta come parco della Marcigliana – ampie distese d’erba e alberi maestosi – nei primi anni Trenta era un centro di assistenza e protezione sociale impiegato come collegio femminile, divenuto poi un istituto geriatrico. Proprio qui uno stralunato Alberto Sordi lascia l’innocua mamma invisa alla nuora, nell’episodio “Come una regina”, parte del film a episodi “I nuovi mostri” girato nel 1977 con la regia di Risi, Monicelli e Scola e qui ambientato. All’epoca l’istituto era attivo e funzionante, con un’architettura dalle linee importanti in un contesto naturalistico strepitoso. Poi il lento, inarrestabile declino. Dal 1978, anno della Riforma sanitaria e del passaggio dei beni delle Ipab – Istituzioni di assistenza e beneficienza – alle Asl, inizia il rimbalzare delle proposte, delle idee incompiute, dei progetti abortiti. Prima la ricognizione da parte regionale con la classificazione di ospedale, poi l’idea di realizzare in tale suggestiva location la “Città della salute”, con stazione del treno che oggi ferma nella non lontana Settebagni. I binari abbandonati all’ingresso della strada di accesso stanno a testimoniarlo. A supporto di quello che avrebbe potuto essere l’ospedale della Bufalotta un altro edificio, l’attuale Istituto Agrario nella vicina via Tor San Giovanni. Un complesso che con pochi sforzi economici e organizzativi avrebbe costituito un polo di riferimento sanitario di prim’ordine, costituito dai cosiddetti “ospedali di comunità”, anticipatori delle attuali e nebulose case della salute. Nulla di fatto. Di colpo il grande edificio subisce l’occupazione dei senza casa, con i vertici regionali dell’epoca che si dichiarano impotenti a sgomberarlo mentre nell’assessorato di via Rosa Raimondi Garibaldi avanzano progetti che vedrebbero realizzato l’ospedale di Bufalotta/Talenti ex novo su un terreno agricolo da acquistare con l’alienazione del San Giacomo, poi sfumata. Il tutto concordato con il Comune di Roma che all’epoca aveva presentato il “Piano d’area” con delibera 218 del 2007 che ha visto nella zona importanti insediamenti realizzati dai più noti imprenditori romani del cemento proprietari dei terreni. Un intreccio inspiegabile che, tra poteri forti e insipienza delle istituzioni ha condotto alla situazione attuale: una struttura fantasma, rifugio occasionale per i più oscuri riti. Immagini truculente impresse sulle pareti e siringhe buttate tutt’intorno stanno a testimoniarlo.

Un ospedale abbandonato, un altro chiuso, uno irrealizzato. Gli strani accordiComune/Regione 

Un sogno sfumato in zona Talenti

Da un articolo del 2008: “Contatti tra Comune e Regione per la realizzazione dell’ospedale”.

L’area in cui verrà edificata la struttura sanitaria è stata acquisita dal Campidoglio nell’ambito della convenzione per la costruzione del nuovo quartiere: quindici ettari atti a ospitare un intervento di peso urbanistico metropolitano. L’edificio avrà trecento posti letto e servirà il quadrante Salario-Nomentano, considerato dalla Regione sguarnito di presidi pubblici ospedalieri, ma anche Talenti, la Serpentara, Fidene e Bufalotta.

La nuova localizzazione è frutto di un piano di ottimizzazione varato dalla Regione per rientrare dal deficit della spesa sanitaria. Sono previsti inoltre, in zona Bufalotta, insediamenti residenziali per circa diecimila abitanti, uffici, servizi locali e un grande centro commerciale con multisala cinematografica da 3000 posti, 16 piste di bowling e un albergo.

 

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