Enti sanitari: restyling e risparmi

Un riordino nel segno della efficacia, efficienza economicità. Sono questi i principi ispiratori dello schema di decreto – approvato in Consiglio dei ministri il 30 maggio – con cui si intende riformare l’Istituto superiore di sanità, gli Istituti zooprofilattici sperimentali, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e la Lega italiana per la lotta contro i tumori, enti sussidiari del ministero della Salute e da questo vigilati. Il restyling è improntato allo snellimento dell’organizzazione e della struttura amministrativa, come indicato nella relazione introduttiva, nonché alla razionalizzazione e ottimizzazione delle spese e dei costi di funzionamento. Ventiquattro articoli che partono da lontano, dalla legge 183 del 2010, che delegava il governo a legiferare in materia di lavoro e riorganizzazione di enti e trovano perfetta legittimazione nel clima di “spending review” che impone cure dimagranti forzate a numerose istituzioni. In particolare, il decreto prevede la riduzione degli uffici di livello dirigenziale generale di almeno il 10 per cento e del  5 per cento quelli di livello non generale, oltre alla eliminazione delle duplicazioni organizzative, la riorganizzazione degli uffici ispettivi e di controllo, la limitazione di organismi di analisi, consulenza, studio e alta specializzazione. La dotazione del personale di supporto non potrà eccedere il 15 per cento dell’organico totale e saranno ridefiniti i rapporti di vigilanza tra il ministero e questi enti riformati. Per l’Istituto superiore di sanità la novità è costituita dallo statuto, introdotto per la prima volta quale fonte essenziale per l’organizzazione e l’autonomia dell’ente che vedrà, come gli organismi similari, riduzioni nell’organico e accorpamento di uffici e funzioni. Nello schema di decreto, indicato come “Atto del governo n. 410”, si fa inoltre riferimento a una “non meglio precisata Scuola superiore della sanità pubblica” con compiti di formazione, perfezionamento e aggiornamento sulla salute pubblica e l’organizzazione sanitaria. Da tale dettato normativo esce rafforzata la funzione del ministro della Salute che potrà formulare nei confronti degli enti in oggetto atti di indirizzo e direttive sulle finalità e gli obiettivi di ricerca sanitaria, come previsto dal Piano sanitario nazionale. Anche il centro nazionale per i trapianti e il centro sangue saranno sottoposti alla programmazione ministeriale e saranno possibili accordi di collaborazione e convenzioni con enti pubblici e privati nazionali e internazionali “per il conseguimento degli obiettivi di salute pubblica”. Per l’Istituto zooprofilattico, che con le sue 10 sedi centrali e le 90 sezioni provinciali rappresenta una rete diffusa su tutto il territorio, è prevista una riduzione dei componenti degli organi e l’istituzione di un comitato di supporto strategico presso il ministero della Salute. La Lega per la lotta ai tumori vedrà invece la soppressione del Comitato scientifico, del Collegio dei probiviri e dei comitati regionali, con la riduzione dei membri del Consiglio direttivo da 15 a 5.

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