Quando si parla dello “scheletro” di Tormarancia, i cittadini del quartiere comprendono immediatamente a cosa ci si riferisca. Il corpo inanimato di via Cerbara sta lì da decenni, con una poco edificante storia alle spalle, una storia dal sapore tutto italiano. Realizzato nel lontano 1988 all’interno del monumentale complesso del San Michele – già istituto di pubblica assistenza e beneficenza ora azienda di servizi alla persona (Asp) – doveva diventare residenza sanitaria assistenziale per anziani disabili (Rsa). Nel 1993, grazie a un finanziamento regionale, partono i lavori per la costruzione ma verso la fine degli anni ’90, a causa di un contenzioso con la ditta edile, i lavori vengono interrotti. Cambiano, in quegli anni, le disposizioni per la realizzazione della Rsa, ancorate a minuziose normative edilizie per gli alloggi di comunità e le risorse diventano di colpo insufficienti, tanto da bloccarne la completa realizzazione. Per l’incompiuta però, arrivano positive novità. Grazie al cambio di passo impresso alla Asp di piazza Tosti, dalla collaborazione tra la nuova presidenza a guida Giovanni Libanori e la  programmazione regionale degli investimenti nella sanità del Lazio, la struttura diventerà presto un ospedale di comunità, che farà il paio, in termini assistenziali, con la casa di comunità: marceranno insieme per una sanità territoriale di base e di accoglienza. Si realizza così un percorso fondamentale per creare quella integrazione dell’ospedale al territorio, propagandata da anni ma mai atterrata nella realtà.  “Contribuiamo in modo significativo al rilancio e allo sviluppo delle attività socio-sanitarie-assistenziali del territorio – ha dichiarato il presidente, al vertice della istituzione dallo scorso novembre – grazie alle risorse del Pnrr, che ci consentiranno di disporre, in tempi celeri, di una importante struttura sociosanitaria all’interno del comprensorio”. I lavori dovrebbero essere conclusi entro il 31 dicembre 2025, determinante è stata la collaborazione istituzionale tra la Asp e la Asl Roma 2 – che gestisce presidi e servizi sanitari dell’VIII municipio – finalizzata al raggiungimento di un accordo sul completamento delle opere a totale carico dell’azienda sanitaria mediante utilizzo dei fondi del Pnrr e la contestuale riconversione della destinazione d’uso originaria dell’opera, favorita dalla stipula di un protocollo d’intesa e, successivamente, alla sottoscrizione di un contratto di comodato d’uso gratuito di durata trentennale dell’area ove realizzare la nuova struttura sanitaria. “Considerata l’attuale organizzazione delle reti assistenziali – spiega ancora Libanori – in condivisione con il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e con la Asl Roma 2, l’intervento per il recupero della struttura in cemento armato va sempre più nella direzione di una reale integrazione e risulta funzionale e strategico anche rispetto alla mission dell’Asp ovvero quella di assicurare una migliore qualità della vita alla nostra comunità”. Grazie a questo accordo, oltre alle prestazioni già erogate dall’Asp San Michele – che gestisce una Rsa e una casa di riposo per complessivi 120 posti,  fino al 2053 i cittadini potranno avvalersi di ulteriori servizi all’interno del Comprensorio. Una boccata di ossigeno per un municipio che vede un progressivo invecchiamento della popolazione e un passo avanti per il potenziamento dell’assistenza territoriale, frutto della stretta collaborazione dell’ente per i servizi alla persona con il presidente Francesco Rocca e con i vertici della Asl Roma 2.

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